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Vertice a Parigi, Macron spinge per le truppe in Ucraina. Germania e Italia frenano

2 giorni fa 3
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L'Ucraina «merita la pace attraverso la forza». Vale a dire che va aiutata ancora di più, militarmente, affinché possa negoziare da posizioni di forza, e non di debolezza come accadrebbe ora. Lo scopo è arrivare ad «una pace rispettosa dell'indipendenza, sovranità, integrità territoriale» dell'Ucraina, «con forti garanzie di sicurezza».

I presidenti della Commissione Europea e del Consiglio Europeo, Ursula von der Leyen e Antonio Costa, hanno riassunto così, al termine del vertice organizzato in fretta e furia dal presidente francese Emmanuel Macron a Parigi, l'obiettivo degli undici leader che oggi si sono riuniti all'Eliseo.

Le divisioni tra i Paesi europei, però, sono affiorate subito, dalle dichiarazioni del cancelliere tedesco Olaf Scholz che, con le elezioni alle porte, ha lasciato la riunione per primo e ha dichiarato alle tv, nella sede dell'ambasciata a Parigi, che qualsiasi dibattito fatto ora sull'invio di peacekeeper in Ucraina, con la guerra in corso, è «completamente prematuro» e «altamente inappropriato».

La Francia ha da tempo evocato un impegno diretto dell'Europa in Ucraina, con funzioni di peacekeeping dopo un eventuale accordo. Non è solo Berlino a non essere entusiasta: anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso perplessità, dicendo che l'Italia è sì disponibile a mandare truppe, ma solo nel quadro di una missione Onu, con l'ampio coinvolgimento di truppe extra europee. Una presenza solo europea in Ucraina, a tiro dell'artiglieria russa, sarebbe un «suicidio», ha avvertito giovedì scorso, alla ministeriale Nato a Bruxelles.

Una posizione, quella delineata da Crosetto, che sarebbe stata ribadita oggi da Giorgia Meloni durante il vertice. La premier avrebbe anche sottolineato tutte le perplessità dell'Italia di fronte alla scelta del presidente francese di convocare un summit coinvolgendo solo alcuni Paesi, escludendone altri, come la Finlandia e i Baltici solo per citarne alcuni, che vivono la minaccia del risorto imperialismo russo molto più da vicino di Parigi o Roma.

Le perplessità della Germania e dell'Italia non appaiono peregrine. Se le truppe europee inviate in Ucraina fossero, come ha detto Pete Hegseth, considerate come non coperte dalla tutela dell'articolo 5, sarebbe altissimo il rischio di incidenti con Mosca, la quale potrebbe essere tentata dal 'sondare' le reazioni occidentali ad un eventuale attacco contro truppe europee prive dell'ombrello Usa.

Come hanno spiegato all'Economist alti ufficiali tedeschi, che succede se i russi uccidono un paio di soldati europei, magari tedeschi o italiani (due Paesi che non sono potenze nucleari, a differenza della Russia), per vedere che succede? Finché gli europei non avranno una risposta a questa domanda, parlare di “boots on the ground” in Ucraina, a giudizio di alcuni, è puro avventurismo.

Le mosse di Macron, che avendo una spiccata visione geopolitica sa che in certi casi occorre agire rapidamente, non risultano sempre gradite ai partner Ue. Tanto più che il vertice di oggi, convocato in fretta tanto che le modalità di comunicazione alla stampa sono rimaste a lungo imprecisate e vaghe, è stato preceduto da una telefonata di una ventina di minuti tra Macron e il presidente americano Donald Trump, telefonata di cui fonti dell'Eliseo hanno subito dato conto.

Ora bisognerà vedere quale seguito avrà questo primo vertice ristretto. Un Consiglio Europeo straordinario, per ora non è previsto. Un primo debriefing, a beneficio anche degli altri Stati membri, ci sarà domani a Bruxelles nel Coreper, il Comitato dei Rappresentanti Permanenti presso l'Ue, nel tentativo di convergere tutti su un terreno comune su un tema, quello del futuro dell'Ucraina, che tuttavia rientra nella categoria dell'hard power, da sempre competenza degli Stati membri, e non dell'Ue, specializzata nel soft power.

Per convergere su un terreno comune occorrono mediazione, fatica, e soprattutto tanto tempo. Con l'Amministrazione Trump che ha ingranato la quinta per tentare di chiudere una volta per tutte la guerra in Ucraina, di tempo l'Europa non ne ha molto.

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