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La cerimonia inaugurale della seconda presidenza di Donald Trump, che si terrà a Washington il prossimo 20 gennaio, sarà anche l'occasione per il leader eletto di chiamare a raccolta i suoi interlocutori amici e alleati. Dagli archivi del Dipartimento di Stato non si ricordano altre cerimonie inaugurali a cui erano presenti leader stranieri, ma per il presidente eletto questa potrebbe essere la prima occasione di far capire al mondo chi saranno i suoi 'interlocutori eletti'.
Gli invitati
Tra i leader invitati spiccano il presidente argentino Javier Milei, la premier italiana Giorgia Meloni e il premier ungherese Viktor Orban. Ha confermato la sua presenza il populista Milei, che ha ricevuto numerose lodi da Trump dall'inizio della sua presidenza nel 2023, e in uno dei bigliettini di invito all'inaugurazione è stato presentato come “titano della riforma economica”.
“Confermo che mi fa piacere esserci, lo sto valutando sulla compatibilità di agenda con le moltissime cose che dobbiamo fare ma se riesco volentieri partecipo”, aveva detto invece la leader di Fratelli d'Italia, definita “donna fantastica” dal tycoon. Orban - con cui il presidente eletto condivide posizioni simili sul conflitto ucraino - ha invece già fatto sapere che non potrà essere presente all'evento. Karoline Leavitt, futura portavoce della Carta Bianca, aveva rivelato a Fox News che sarebbe stato invitato anche il presidente cinese Xi Jinping, per la “volontà di Trump di avere un dialogo aperto” con lui. Da Pechino non sono tuttavia mai arrivate conferme di aver ricevuto l'invito o una risposta di Xi. Il breve preavviso avrebbe comunque reso - di fatto - impraticabile il viaggio del leader cinese anche se avesse voluto partecipare; Pechino impone infatti una pianificazione quasi militaresca ai viaggi all'estero dei suoi alti dirigenti, con dietro mesi di complessa organizzazione. Tuttavia, secondo il Financial Times, Xi starebbe pensando di fare un passo verso Trump inviando a Washington un alto funzionario a lui vicino: tra i candidati figurano il vicepresidente Han Zheng e il ministro degli Esteri Wang Yi.
Chi sarà presente
E poi tanta destra europea. Ci sarà il leader del Reform Party e 'arci-brexiteer' Nigel Farage, che ha confermato la sua presenza nonostante i recenti dissapori con il fidato consigliere di Trump, Elon Musk. Gli unici francesi presenti saranno il politico anti-immigrazione e autore del bestseller apocalittico “Il suicidio francese”, Zemmour, e la sua compagna, la legislatrice europea Sarah Knafo, esponente del partito di estrema destra Reconquête. Ci sarà poi una delegazione dell'estrema destra tedesca Alternativa per la Germania (AfD), guidata dal co-leader del partito Tino Chrupalla. Presenti infine l'ex premier polacco Morawiecki - da poco eletto leader dei conservatori europei - Santiago Abascal del partito ultranazionalista spagnolo Vox, e il portoghese André Ventura, leader della destra populista Chega.
Gli esclusi
Qualche spunto anche dalla lista dei 'non invitati'. Secondo quanto riferito dal suo portavoce, la presidente della Commissione europea Von der Leyen non sarebbe stata invitata. Stesso trattamento per Marine Le Pen - volto dell'estrema destra francese del Rassemblement National - e per il presidente del partito, Jordan Bardella. I rapporti tra Trump e le Pen si sono raffreddati negli ultimi anni, e secondo Politico, il tycoon potrebbe non aver apprezzato i freddi “auguri di successo” che la leader di Rn gli ha dedicato dopo la sua vittoria elettorale. Ci saranno infine il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, e l'omologo giapponese, Takeshi Iwaya. Il team di Trump ha esteso gli inviti anche al presidente salvadoregno Nayib Bukele (presenza ancora da confermare) e al presidente ecuadoriano Daniel Noboa, che parteciperà alla cerimonia. Anche l'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha ricevuto un invito, ma per partecipare dovrà prima ottenere la restituzione del passaporto che gli è stato ritirato lo scorso febbraio dai magistrati che lo stanno indagando per il tentato golpe di due anni fa.