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Quella del 1944 è l'ultima eruzione del Vesuvio, avvenuta al termine di un lungo periodo di attività del vulcano iniziata poco dopo l'eruzione del 1631 e particolarmente persistente dal 1914 in poi, con attività effussiva e fontane di lava. Le fasi dell'eruzione sono state descritte nel dettaglio dal Direttore dell'Osservatorio Vesuviano, Giuseppe Imbò, che monitorò l'eruzione dalla sede storica dell'ente situata sul fianco orientale del Vesuvio, a quota 608 m s.l.m. Anche durante la fase parossistica più violenta dell'eruzione non abbandonò mai l'Osservatorio mettendo a repentaglio la propria vita. Imbò distinse quattro fasi principali dell'eruzione.La prima fase iniziò proprio alle 16.30 del 18 marzo di 80 anni fa, con un'esplosione che distrusse parzialmente il piccolo conto di scorie intracraterico. L'esplosione fu subito seguita dall'emissione di due separate colate laviche dal cratere, una in direzione Sud-Est e l'altra in direzione Nord per poi essere deviata dal M.Somma in direzione Ovest. A salvare Napoli furono i venti, che allontanarono dalla città la nuvola di cenere e lapilli. Le truppe Alleate documentarono per la prima volta con foto e video l'eruzione del vulcano. Ceneri, pomici e blocchi incandescenti coprirono il cielo di Napoli e dintorni. Dopo la terra tremò e poi, finalmente, la quiete. Nelle immagini storiche dell'archivio Reuters (BRITISH PARAMOUNT NEWSREEL), le fasi concitate dell'ultima grande eruzione del Vesuvio.
18/03/2024 03:26