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Abusi, CEI irremovibile: ricerche negli archivi diocesani solo dal 2001 (lo studio sulla pedofilia a Bolzano resta unico)

1 settimana fa 3
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La CEI resta irremovibile, non ci sarà alcuna operazione trasparenza totale e ribadisce in una nota che non permetterà ricerche sugli abusi sessuali analizzando le carte storiche conservate negli archivi diocesani per periodi superiori ai vent'anni. Il passato con le gestioni dei preti pedofili spesso spostati da una parrocchia ad un'altra a causa di decisioni scellerate, è destinato a restare top secret, nonostante il diverso orientamento adottato dalle altre conferenze episcopali europee che da anni hanno fatto passi in avanti, ricostruendo storicamente il fenomeno delle violenze e della pedofilia tra il clero attraverso congrui periodi di analisi, andando a ritroso nelle ricerche fino a 70 prima. Un periodo di analisi ritenuto necessario da esperti, giuristi, medici e dagli stessi ecclesiastici per ottenere una fotografia completa del fenomeno.

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BOLZANO

Per ora la recente operazione trasparenza della diocesi di Bolzano-Bressanone sembra destinata a restare unica in tutta Italia.

Alcuni giorni fa il vescovo Ivo Muser ha reso noti i risultati di uno corposo studio triennale (quasi 400 pagine) affidato a due studi legali (uno tedesco e uno italiano) con il compito di setacciare gli archivi andando a ritroso per un periodo di quasi 60 anni, dando modo di ricostruire tutto: numero dei casi accertati, vittime, responsabilità di vescovi e sacerdoti.  La Comissione ha lavorato in totale indipendenza al punto che il vescovo è venuto a conoscenza dei risultati dello studio solo quando sono stati presentati pubblicamente. 

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CEI

Al termine della riunione periodica della Cei è stata diffusa una nota conclusiva. Nel paragrafo dedicato agli abusi non solo è stata ignorata completamente l'esperienza di Bolzano-Bressanone (alla quale non è dedicata nemmeno un accenno), ma viene precisato che tutti gli altri vescovi italiani seguiranno un altro iter. Dopo aver rinnovato l'impegno a fare di tutto per proteggere i minori e gli adulti vulnerabili, promuovendo ambienti sicuri, la Cei ha ripetuto che a breve verrà fatto «uno studio pilota sugli abusi commessi da chierici in Italia, segnalati e trattati» ma solo per «il periodo 2001-2021». Si sarebbe già svolta una fase di sperimentazione con alcune diocesi per «testare e perfezionare lo strumento di ricerca». Lo studio, si legge, «verrà svolto da due enti di riconosciuta indipendenza e terzietà: l’Istituto degli Innocenti di Firenze e il Centro per la vittimologia e la sicurezza-Alma Mater di Bologna». 

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Nel comunicato, nella parte relativa agli abusi, non si menziona nemmeno un cammino risarcitorio per le vittime. Cosa che, invece, è all'ordine del giorno in altri paesi europei: Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Gran Bretagna, Portogallo, Svizzera, Danimarca, Svezia.

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