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Ultimatum di Israele ad Hamas: "Intesa in una settimana o entraimo a Rafah". Lo riporta il Wall Street Journal citando fonti egiziane. Ma non solo. L'indiscrezione è stata ripresa anche da Haaretz.
Intanto, un alto funzionario di Hamas ha accusato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di boicottare qualunque prospettiva di tregua continuando a parlare della possibilità di un'operazione di terra a Rafah. Secondo l'organizzazione islamica, le dichiarazioni del premier israeliano sono state pensate per "contrastare ogni possibilità di concludere un accordo".
7 ottobre, sette mesi dopo: la tragica realtà è che il terrorismo paga sempre
"Netanyahu è stato l'ostruzionista in tutti i precedenti round di dialogo e negoziati, ed è chiaro che lo è ancora - ha detto l'alto funzionario - non è interessato a raggiungere un accordo". Nel frattempo, i mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti hanno proposto un accordo che porrebbe fine ai combattimenti per 40 giorni e permetterebbe uno scambio di ostaggi israeliani con potenzialmente migliaia di prigionieri palestinesi. L'obiettivo di Hamas, invece, resta un cessate il fuoco duraturo e "un ritiro completo e globale delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza".
Al momento, inoltre, non sarebbero dei migliori nemmeno i rapporti tra Israele e Turchia. "Erdogan, il dittatore che sogna di essere sultano, lavora al servizio di Hamas, viola gli accordi e vuole danneggiare Israele ma in realtà danneggia i suoi palestinesi che finge di aiutare", ha detto il ministro degli esteri Israel Katz dopo le decisioni di Ankara di tagliare l'import-export con Tel Aviv. "Lavoreremo per ridurre ogni legame finanziario tra lui e l'Autorità nazionale palestinese e Gaza. Coloro che intraprenderanno azioni unilaterali contro l'economia israeliana riceveranno una risposta dolorosa e adeguata. Erdogan vuole danneggiare Israele, ma danneggerà soprattutto l'economia palestinese", ha chiosato.