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Al Sant'Anna apre la stanza dell'ascolto e scoppia la polemica: "Una scelta antiabortista contro le donne"

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gio.ur 10 settembre 2024 15:30

Scoppia la protesta contro la decisione della Regione Piemonte di aprire una stanza dell'ascolto all'interno dell'ospedale Sant'Anna di Torino. Dopo il mondo della politica, a ribadire la propria contrarietà è il mondo sindacale: la Cgil, insieme all'associazione SeNonOraQuando, un anno fa presentarono ricorso al TAR contro il provvedimento regionale. 

Contro i diritti delle donne

"Con la scelta di aprire la stanza per l'ascolto all'ospedale pubblico Sant'anna, si consuma la cesura della destra al governo in Piemonte con il diritto e la libertà delle donne alle scelte riproduttive, minando profondamente la funzione della sanità pubblica che rispetti le leggi e la salute delle donne", si legge in una nota della Cgil, "Chiediamo l’osservanza della legge 194 e ci opponiamo all’impiego di risorse pubbliche, destinate per l’apertura dello sportello antiaborto, erogate a privati confessionali".

"Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie a contrastare la cultura oscurantista della Regione Piemonte, insieme a tutte le associazioni e forze politiche disponibili a contrastarla", spiegano Elena Ferro, segretaria della Cgil Torino e Anna Poggio, segretaria della Cgil Piemonte, "questo sportello non può essere considerato un’operazione propagandistica, perché lede un diritto sancito per legge, finanziato con fondi pubblici".

Una scelta ideologica

Netta la posizione delle consigliere regionali del Partito Democratico che tutte - tranne Monica Canalis - firmano una nota congiunta nella quale si schierano contro il provvedimento della Regione. 

"La 'promessa mantenuta' dell’apertura delle Stanze dell’ascolto conferma quanto l’ideologia ispiri l’azione di questa giunta regionale, dimostrando come le politiche sulla genitorialità siano l’ultima preoccupazione dell’Assessore Marrone e del Presidente Cirio", scrivono in una nota Gianna Pentenero, Nadia Conticelli, Laura Pompeo, Simona Paonessa e Emanuela Verzella, "Facciamo nostre tutte le critiche mosse dall’associazione +194 in queste ore. Il numero e i servizi offerti dai consultori familiari sono costantemente diminuiti; in compenso, la Regione ha stanziato circa 1.500.000 euro in due anni per il Fondo Vita Nascente e per finanziare il Movimento per la Vita, a supporto delle attività dei consultori. Vorremmo che vi fosse trasparenza e che fossero resi pubblici i bilanci di queste associazioni". 

Stanza antiabortista, promessa contro le donne

Di promessa contro le donne invece parlano le consigliere di Alleanza Verdi Sinistra: "Ci sono ancora parti dell’Ospedale Sant’Anna inagibili da cui sono stati tolti ambulatori e servizi di sostegno dedicati alle donne e alla genitorialità: per esempio il Centro Nascita non ha più la disponibilità dei suoi storici locali dove negli anni si è sviluppato un approccio e un sapere sulle gravidanze fisiologiche fondamentale per il benessere delle donne e delle famiglie. Come è possibile che si trovi invece spazio per far chiacchierare gli antiabortisti?". Si domandano Alice Ravinale, Valentina Cera, Giulia Marro e Sara Diena. 

"Come Consigliere Regionali chiederemo conto dei termini della collaborazione della Città della Salute con le associazioni antiabortiste, dei soldi spesi e dei luoghi di un Ospedale pubblico sottratti alle donne. Continueremo a seguire con attenzione l’iter del ricorso presentato al TAR da CGIL e Se Non Ora Quando, confidando che venga al più presto riconosciuta l'illegittimità di questa iniziativa. Luoghi di cura e di sostegno dedicati alle donne e alla genitorialità come il Sant’Anna non possono essere macchiati da una stanza piena solo di ideologia fondamentalista e di giudizi contro le donne e i loro diritti".

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