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All'ospedale Sant'Anna di Torino un progetto verso la fecondazione assistita

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TorinoToday

Redazione 13 agosto 2024 16:46

Nuovo progetto, all'ospedale Sant`Anna di Torino per le coppie che, dopo una diagnosi di infertilità, intendono seguire un percorso di fecondazione assistita. "Un passo alla volta" è stato creato, con il sostegno della Fondazione medicina a misura di donna, nel Centro di fisiopatologia della riproduzione e procreazione medicalmente assistita (Pma), in sinergia con il Servizio di psicologia clinica dell'ospedale Sant`Anna.   

Il progetto prevede che, da settembre, a tutte le coppie in lista d'attesa venga proposto un incontro di accoglienza, della durata di circa un'ora e mezza, antecedente l'inizio delle terapie, condotto dall'équipe multidisciplinare, costituita da medici, biologi, psicologi e personale infermieristico, che assisterà la coppia durante il percorso di cura. Un passo alla volta è anche il titolo di un libro-diario di bordo, progettato e scritto dall'equipe del Centro per far emergere, nei diversi capitoli, la dimensione psicologica delle diverse fasi del percorso. 

"L`idea nasce dalla consapevolezza che accedere alle tecniche di Pma richiede uno sforzo importante, sia fisico che psicologico, e che spesso comporta un impatto significativo sul vissuto quotidiano e sulle dinamiche relazionali della coppia", afferma il dottor Gianluca Gennarelli, referente del Centro di fisiopatologia della riproduzione e procreazione medicalmente assistita. "Lungo il percorso - spiega la professoressa Chiara Benedetto direttore della Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria e presidente della Fondazione medicina a misura di sonna Onlus, ogni passo va spiegato nel dettaglio affinché il peso dell'ignoto e delle incertezze possa essere mitigato dalla presenza di una buona relazione medico-paziente e da una presa in carico personalizzata".  Un passo alla volta "rappresenta il primo passo per conoscere meglio e in modo protetto il percorso clinico che si sta per affrontare: dagli aspetti più semplici e concreti a quelli più complessi e profondi che riguardano la propria identità", aggiunge il professore Alberto Revelli, direttore della Ginecologia e Ostetricia 2 universitaria.

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