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In un clima da psicosi collettiva, dove i Friedkin sono prima avvistati a Ladispoli e poi in un albergo vicino a Via Veneto per parlare con l'agente Riso della buonuscita di Juric e delle situazioni di Cristante e Mancini, non c'è da stupirsi se sul nuovo allenatore si navighi ancora a vista. Magari questa mattina arriverà la classica smentita con il comunicato ufficiale del club che rivelerà il nome del successore di Juric e forse sarebbe il miglior modo per mettere fine a questo stillicidio.
Il totonomi
Ieri Terzic, uno dei papabili, era in Inghilterra. Un altro, Garcia, a Doha. Questo presume che Dan e Ryan, entrambi a Londra, non abbiano potuto eventualmente incontrare entrambi. Forse il tedesco, anche se l'agente in camera caritatis negava come possibile e futuro approdo Trigoria. Il casting va però avanti: all'agenzia CAA Stellar, interpellata negli ultimi giorni, nella City si sono aggiunti diversi agenti e intermediari che stanno proponendo in queste ore i loro assistiti. E sul tavolo dei Friedkin sarebbe finito, oltre al nome di Potter, anche il profilo di Ten Hag, fresco di esonero dal Manchester United. Pista difficile anche se la buonuscita di 19 milioni dei Red Devils potrebbe venire in soccorso. In un contesto così variegato, dove addirittura alcuni agenti hanno prospettato la possibilità di arrivare all'ex laziale Sergio Conceiçao, difficile trovare conferme. Di certo la ricerca del nuovo allenatore della Roma si sta confermando la fiera della smentita. Fino a ieri sera negavano di aver ricevuto chiamate ufficiali Mancini, Allegri, Ranieri e Lampard con Terzic che forse una telefonata l'ha ricevuta ma tramite l'agente ha fatto capire come non ci siano le condizioni per accettare la proposta giallorossa. L'unico che si tiene in gioco è Garcia mentre il nome "nuovo" è arrivato in serata. Si tratta di Montella, attuale ct turco che nel contratto ha una clausola rescissoria in caso di chiamata da un club. Ma siamo sul piano dei sussurri, delle indiscrezioni perché nessuno conferma nulla.
Le parole di De Rossi
La maniacale ricerca di privacy da parte dei Friedkin sembra aver attecchito nel mondo del calcio. L'impressione, però, è che dietro questi silenzi si celi anche dell'altro. Ossia, che qualche «no, grazie» la proprietà Usa l'abbia ricevuto. Del resto, prendere oggi la Roma in corsa non è sinonimo di riuscita. E non solo per il calendario che dopo la sosta regalerà un trittico da brividi (Napoli, Tottenham e Atalanta). La sensazione di una società privata di ogni punto di riferimento interno, con un ds come Ghisolfi che non ha avuto voce in capitolo nella scelta di Juric e non sembra averla nemmeno ora visto che la sua priorità, richiamare De Rossi, non è presa in considerazione dalla proprietà, non è il miglior biglietto da visita all'esterno. A proposito di Daniele, ieri presente alla Hall of Fame del calcio italiano. Ancora una volta ha dimostrato di essere molto abile con le parole: «Un ritorno a Trigoria? È casa mia - ha detto alla Rai - lo stesso presidente lo ha detto. Ci lavora anche mio padre. Dove uno sta bene, torna. Un giorno tornerò». In molti si augurano già domani, quando è fissata la ripresa degli allenamenti. Ma l'ipotesi è a dir poco remota.
Vuoto di potere
In questo scenario, dove anche la figura di Ghisolfi è finita sotto esame da parte della proprietà Usa, va di pari passo la scelta del nuovo Ceo. Con oggi sono 51 giorni che la Roma non ha in organico un amministratore delegato. Sondaggi tramutati in colloqui ci sono stati con Perrelli, vice presidente di Sky. Gli altri in lizza sono Antonello in uscita dall'Inter e Carnevali. Ma anche in questo caso, attesa è la parola d'ordine.