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America’s Cup, LVC: Luna Rossa vola in finale

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Vento da Sud, sugli 11 nodi, campo di 1,4 miglia, onda da Est. Ecco le condizioni in cui Luna Rossa a Barcellona ha conquistato la finale della Louis Vuitton Cup 2024. Lo ha fatto con una regata impeccabile, senza sbagliare nulla, incassando sulla linea un vantaggio di 1.01 minuti sugli Usa. “Andiamo!”, si sente urlare prima del traguardo dal cyclor Enrico Voltolini. “Dai ca...o Boys!”, l’urlo di battaglia ormai celebre del timoniere Checco Bruni. “Così c’è anche più gusto”, la frase che sottolinea la tensione che si libera verso il cielo, dopo una notte che tutti a bordo di Luna hanno trascorso non certo distesi. “E’ stata una nottataccia”, conferma Bruni.

E’ fatta. Ora all’orizzonte ci sono gli inglesi di Ineos Britannia. Si ricomincia il 26 settembre e sarà una sfida che mette in palio la Louis Vuitton Cup, che andrà a chi raggiungerà per primo i 7 punti, ovvero le sette vittorie. Non sono avversari semplici, sono cresciuti molto rispetto alle Preliminary, al timone c’è un monumento della vela come Sir Ben Ainslie, 4 medaglie d’oro e una d’argento alle Olimpiadi, un fuoriclasse che ha esperienza da vendere e che è più che temibile non solo per il suo talento, ma anche per la sua visione. Ieri, ad esempio, nel match decisivo contro Alinghi, ha sostituito la randa sapendo che non era un fulmine con vento debole e l’ha indovinata. Ma anche Luna Rossa non è da meno.

La regata è stata a senso unico. Salvo la partenza, che ha visto gli Usa allungarsi verso la boa di sinistra e tagliare leggermente prima, andando avanti. Luna ha subito splittato verso la destra del campo, per togliersi da sotto American Magic e poi accelera. Seguono due virate, che vedono gli Usa più aggressivi: passano in faccia a Luna, senza paura. C’è pure una protesta italiana, non accolta. LUna però guadagna, passa avanti, sulla prima boa American Magic si perde, ha uno svantaggio di 20 secondi. Nel lato di poppa schiacciano entrambi sull’acceleratore, ma la barca italian è più veloce. Prende quasi 400 metri, passa la boa 2 con 21 secondi di vantaggio. Devono tremare le mani sul timone a Bruni e Spithill, qui c’è in palio tutto. Gli americani in bolina guadagnano qualcosa, arrivano a 89 metri da Luna, ma non basta: su boa 3 sono ancora indietro, poi scivolano ancora, fanno splash, perdono terreno, vanno sotto di 300 metri. E non recuperano più.Sono 500, 600 metri di vantaggio per Luna Rossa, 51 secondi dietro. “Dai1”, si sente urlare a bordo. E fatta, è fatta.

Fuori gli americani, che non riescono nemmeno questa volta a riportare a casa la Coppa, che avevano conquistato nel 1851, strappandola agli inglesi, che avevano rimesso in palio nel 1857 come trofeo perpetuo e che hanno tenuto nella bacheca del New York Yacht Club vincendo sempre l’America’s Cup sino al 1983, quando Australia II gliel’ha portata via. Ora ci proveranno gli inglesi a riprendersela. Ma la strada è ancora lunga. C’è da vincere la Louis Vuitton Cup prima, e c’è Luna Rossa da battere. Sapendo che l’Italia vuole la Coppa più di ogni altro, forse. Piace pensare che Sir Ben Ainslie ora abbia la fronte un po’ più corrucciata.

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