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LANCIANO «Non l’abbiamo mai visto in facoltà, io non l’ho mai conosciuto», ha detto alla Vita in diretta il vice preside di Informatica, dove è iscritto Andrea Prospero. Gli universitari, intervistati dalla trasmissione, hanno riferito che il 19enne di Lanciano non «faceva parte della chat degli studenti iscritto al corso». Uno scenario che lascia avanzare l’ipotesi di un suo un allontanamento volontario, una decisione presa per evitare, magari, di giustificarsi con i genitori. A febbraio deve dare il primo esame, ma forse non era preparato. Chi lo cerca, però, non scarta altre possibilità. Sono state controllate le telecamere di video sorveglianza lungo le strade adiacenti l’Ostello e controllati anche i video in stazioni ferroviarie e bus: nessuna ha registrato la presenza di Andrea. L'inchiesta della procura di Perugia, per ora senza ipotesi di reato, affidata all'aggiunto Giuseppe Petrazzini, mira a dare risposte a tutti gli interrogativi. Ieri, il pm ha sentito i genitori dello studente, il padre Michele, ex dipendente comunale in pensione, e Teresa, casalinga di origini polacche, da domenica a Perugia, la sorella gemella, e alcuni studenti ospiti dell'Ostello. Il padre spirituale del giovane, don Alessio Primante, che per primo ha lanciato via social l’appello per ritrovare il giovane, ha invitato Andrea «a chiamare i genitori e porre fine a questa angosciante situazione. Tutto può essere risolto».
Anche il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, ha voluto esprimere vicinanza alla famiglia Prospero: «Tutta la città è in apprensione per le sorti di questo ragazzo. Speriamo che la questione si risolva al più presto e positivamente. Conosco bene la famiglia, il padre Michele è stato dipendente comunale, e mi spiace che debbano vivere questi momenti di grande preoccupazione e tensione». Anche le unità cinofile impegnate da ieri nelle ricerche. Di Andrea Prospero non si hanno più notizie dalla mattina dello scorso 24 gennaio. Cani che cercano la presenza di persone vive, ed è un segnale che apre alla speranza per riuscire a trovare il 19enne, che a ottobre si è trasferito a Perugia. Ricerche che vedono impegnati da cinque giorni volontari della protezione civile, carabinieri e polizia. Si continua a scandagliare la zona collinare di Monteluce, che una volta ospitava il Policlinico del capoluogo umbro. Nel quartiere ci sono antichi edifici abbandonati, aree boschive e dirupi, che i vigili del fuoco stanno ispezionando palmo a palmo, ma di Andrea nulla. In quell’area, risulta che una cella telefonica ha agganciato nel primo pomeriggio di cinque giorni fa, il suo cellulare, ancora attivo. L’ultima chiamata ricevuta e alla quale il giovane ha risposto, come detto dalla sorella gemella Anna quando ha sporto denuncia alla polizia di Perugia la sera del 24 gennaio, è da collocare alle 13,04. La ragazza, anch’essa universitaria a Perugia, a quell’ora ha concordato con il fratello di vedersi alla mensa di via Pascoli. Ma lì, Andrea, non è mai andato. Lo studente, dopo esser uscito alle 10,53 di venerdì scorso dell'Ostello Don Emilio Bromuri, di via Bontesi è diretto Monteluce.