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Animal rebellion imbratta di letame la sede della prefettura di Torino: quattro attiviste denunciate

4 mesi fa 15
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AnDe

AnDe 30 aprile 2024 19:53

Atto vandalico del movimento Animal rebellion davanti alla prefettura nella mattina di martedì 30 aprile, in concomitanza con il G7 a Venaria.

La polizia ha denunciato quattro persone per imbrattamento, per aver prodotto scritte sui muri e per aver disperso liquame per terra e sull’edificio.

Due delle persone denunciate oggi, insieme ad altre persone appartenenti allo stesso movimento, nei giorni scorsi si erano rese responsabili di un’altra azione dimostrativa in città, con l’esposizione di uno striscione in un circo.

Per due dei denunciati, è stato emesso foglio di via dalla provincia di Torino. Sono al vaglio istruttorio, inoltre, altri provvedimenti di natura preventiva per le altre persone coinvolte.

Gli attivisti in una nota dichiarano: "Nella mattina del 30 aprile, dopo aver subito pochi giorni prima una violentissima aggressione da parte dei lavoratori del circo Royal di Paolo Orfei, altre 4 attiviste di Ribellione Animale, movimento antispecista di disobbedienza civile, hanno compiuto una nuova azione diretta nonviolenta con del letame, usandolo per imbrattare il palazzo della prefettura di Torino. Le attiviste hanno poi aperto uno striscione recante la loro richiesta: 'Stop sussidi pubblici agli allevamenti'".

E ancora: "Restano infatti ancora ignorate le soggettività animali che resistono ogni giorno alla violenza e all’assurdità di un sistema specista che oltre a essere crudele, riesce a mantenersi solo grazie a ingenti finanziamenti pubblici, derivanti dalle tasche delle persone contribuenti, che pagano quindi per l’industria responsabile della morte loro (è indubbio il contributo altissimo di emissioni climalteranti che questa industria produce assieme al suo smisurato spreco di risorse) e di miliardi di altri animali ogni anno.

L’intento dell’azione delle attiviste "è quello di mettere in luce lo sterminio animale operato dal reparto zootecnico, il dannoso impatto ambientale causato dagli allevamenti intensivi e dall’industria ittica, da sempre le grandi assenti nei summit sul clima, assieme allo spreco di suolo e risorse indispensabili al mantenimento degli ecosistemi che ci garantiscono la sopravvivenza sul pianeta".

Per Animal Rebellion: "Più di 70 miliardi di animali di terra ogni anno vengono nutriti e uccisi con risorse che potrebbero soddisfare per tre volte la domanda alimentare umana. La filiera zootecnica italiana è impattante a tal punto che la Pianura Padana si classifica ogni anno da decenni come la zona più inquinata di tutta Europa. Proprio in quest’ultimo anno, Torino è risultata più volte una delle città europee con la peggior qualità dell’aria.

L’inefficienza di questo modello alimentare privilegia il profitto di poche industrie a discapito non solo della vita degli animali, ma anche degli esseri umani. Chiamare “sostenibile” l’industria dell’allevamento è un paradosso se si vuole veramente attuare una politica di sicurezza alimentare e climatica in Italia e nel mondo poiché annualmente circa 800 milioni di persone soffrono la fame. L’Unione Europea ogni anno finanzia il settore zootecnico versando circa 30 miliardi di euro tramite i fondi pubblici della PAC (Politica Agricola Comune) incentivando attività devastanti per gli ecosistemi".

L’azione di Ribellione Animale si inserisce nel contesto della campagna nazionale “Futuro Vegetale”, iniziata il 31 marzo 2023 con delle azioni coordinate all’interno di alcune catene della Grande Distribuzione Organizzata. Le attiviste chiedono al Governo Italiano una transizione del sistema alimentare attuale verso uno a base vegetale, l’immediato stop dei finanziamenti pubblici a favore degli allevamenti intensivi ed estensivi, e l’incentivo verso la riconversione vegetale delle aziende delle allevamento e della carne.

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