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Atalanta da battaglia, ma il pareggio contro il Barcellona non basta per la qualificazione diretta

17 ore fa 1
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L’Atalanta si presenta in terra blaugrana con l’obbligo di non perdere per sperare nella qualificazione diretta agli ottavi di Champions League. La gara inizia con ritmi elevati: i bergamaschi pressano alti, mentre il Barcellona prova a colpire in velocità con le accelerazioni di Yamal. Dopo un avvio equilibrato, al decimo minuto la Dea costruisce una grande occasione su contropiede, fermata solo da un ottimo intervento della difesa catalana. Il Barça risponde con una pericolosa conclusione a giro proprio di Yamal, che sfiora il palo. Le squadre si affrontano a viso aperto, con Retegui che al dodicesimo costringe Szczesny a un grande intervento. Al 34’, l’Atalanta esulta per il gol di Zappacosta, ma il VAR annulla per fuorigioco. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, con entrambe le squadre attente a non scoprirsi troppo.

La ripresa si accende subito: dopo un tentativo di De Roon che sfiora il vantaggio per l’Atalanta, il Barcellona colpisce in contropiede. Raphinha serve Yamal, che salta Carnesecchi e porta avanti i blaugrana al 46’. I bergamaschi reagiscono con Pasalic, ma Szczesny è attento. Al 59’, Lewandowski spreca clamorosamente il raddoppio davanti al portiere atalantino. Il momento di difficoltà della Dea viene interrotto da un capolavoro di Ederson: al 66’, il centrocampista si libera al limite e scaglia un tiro potente che si insacca per l’1-1. L’Atalanta alza il ritmo, ma al 71’ subisce il nuovo svantaggio su calcio d’angolo, con Araujo che colpisce di testa indisturbato. La squadra di Gasperini non molla e trova il pari al 78’: Cuadrado mette un cross perfetto e Pasalic, con grande freddezza, insacca il definitivo 2-2.

Il pareggio non basta ai bergamaschi per entrare nelle prime otto e ottenere la qualificazione diretta agli ottavi, ma la prestazione resta di altissimo livello. L’Atalanta tiene testa a un Barcellona temibile e conferma ancora una volta il suo valore sul palcoscenico europeo. Resta il rammarico per le occasioni concesse e per un traguardo sfumato di poco, ma la Dea può comunque guardare con fiducia al prosieguo della competizione.

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