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"È pacifico, la sostanza è stata trovata. Quindi...": Wada, l'avvocato gela Jannik Sinner

7 ore fa 1
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Jannik Sinner, numero uno al mondo e fresco del terzo Slam, il secondo consecutivo all'Australian Open, si trova al centro dell'arcinota e delicata vicenda che potrebbe portare a una squalifica sportiva. La positività al Clostebol, riscontrata durante i controlli antidoping, sarà al vaglio del Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna il 16 e 17 aprile. Una situazione che, oltre agli aspetti giuridici, potrebbe avere importanti ricadute sportive ed economiche, considerando i contratti milionari e le sponsorizzazioni del tennista.

L’avvocato Angelo Cascella, esperto di diritto sportivo ed ex giudice del TAS, ha analizzato il caso in un'intervista concessa a lidentita.it, intervista in cui ha offerto una visione chiara su quanto potrebbe accadere. "Il risultato delle analisi è oggettivo – sottolinea Cascella – ed è pacifico che una sostanza vietata sia stata trovata nel corpo dell’atleta".

Nel dettaglio, la quantità di Clostebol rilevata è minima: 86 picogrammi per millilitro riscontrati il 10 marzo a Indian Wells e 76 il 18 marzo. Tuttavia, come spiega l’avvocato, la quantità non è rilevante ai fini della violazione. Ciò che conta è la presenza della sostanza e la responsabilità dell’atleta per ciò che entra nel suo organismo. "Non è contestata la mala fede di Sinner, che avrebbe comportato una squalifica fino a quattro anni. Tuttavia, la Wada chiede una sospensione da uno a due anni per negligenza, dato che l’atleta è responsabile anche dell’operato dei propri collaboratori".

Secondo quanto riportato nel ricorso, il Clostebol sarebbe stato assorbito accidentalmente tramite uno spray usato per curare una ferita, circostanza provata da diversi elementi, compesi alcuni video. Lo spray, acquistato a Bologna dal preparatore atletico Umberto Ferrara e applicato dal fisioterapista Giacomo Naldi, conteneva la sostanza vietata.

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Cascella evidenzia come situazioni simili si siano già verificate nel mondo del tennis. È recente, ad esempio, il caso della tennista polacca Iga Swiatek, numero due al mondo, squalificata per un mese dall’Itia per positività alla trimetazidina. Nel suo caso, la contaminazione derivava da un farmaco a base di melatonina acquistato senza prescrizione medica per combattere il jet lag. I giudici hanno riconosciuto l’assenza di intenzionalità, infliggendo una pena minima.

Analogamente, per Sinner, l’assenza di dolo sarà un elemento-chiave nella discussione al Tas. Tuttavia, resta da valutare se le argomentazioni della difesa riusciranno a dimostrare che l’atleta non ha violato le norme con negligenza, evitando così una squalifica pesante. E, secondo l'avvocato Cascella, in buona sostanza le possibilità che Sinner venga fermato sono assolutamente concrete

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