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Gennaio è un mese "infinito" per molti. La sensazione della durata prolungata del primo mese dell'anno non è una percezione così rara, al contrario. A condizionare il modo in cui ci trasciniamo lungo questi primi 31 giorni sono una serie diversa di fattori, a partire dalla collocazione post-festività del mese fino ai cali di dopamina, l'ormone della felicità.
Il mese infinito
Daniela Chieffo, psicologa e docente di Psicologia Generale all'Università Cattolica di Roma, spiega infatti all'Adnkronos che: «Nella percezione che gennaio sia il mese più lungo dell'anno c'è sicuramente un fattore legato al tempo: non ci sono feste e pause, rientriamo dalle vacanze di Natale, c'è poi un legame con il calo della dopamina». Il calo della dopamina, continua la psicologa, «incide sul nostro umore e incide sulla sensazione di malessere».
Ma non solo. Spesso una combinazione di fattori porta a vivere particolarmente male il mese di gennaio. Il clima più freddo, ad esempio, spinge le persone a rimandare piani e progetti futuri, tra cui soprattutto l'attività fisica, e di conseguenza la noia diventa protagonista delle giornate di molti. Questo, a sua volta, influisce pesantamente sulle giornate lavorative e sulla fatica che percepiamo durante la settimana.
Spiega la docente di psicologia, che «bisognerebbe combattere l'apatia e cercare risorse per rigenerarsi, non vanno rimandati i programmi o procrastinati gli impegni alla primavera, si può iniziare anche a gennaio».