ARTICLE AD BOX
«Non possiamo limitarci al termico, mentre i mercati globali si stanno gradualmente orientando verso l'elettrico. Lo sapete meglio di me: per la prima volta nel 2024, i consumatori cinesi hanno acquistato più auto elettriche che termiche. Il futuro dell'auto è l'auto pulita. E questo futuro deve essere creato in Europa». Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea responsabile per l'Industria, Stéphane Séjourné, al summit dell'automotive a Stoccarda. «Sogno un'industria che renda orgogliosi gli europei e che torni a essere una forza esportatrice», ha sottolineato.
L'automotive «rappresenta 13 milioni di posti di lavoro in tutta Europa» ed "è anche una storia di successo economico: vale il 7% del Pil europeo, un terzo degli investimenti privati in ricerca e sviluppo, e un surplus commerciale di oltre 100 miliardi di euro», ha evidenziato Séjourné parlando nella roccaforte dell'industria tedesca definita «un pilastro centrale dell'industria automobilistica europea». «Conosciamo i problemi del settore. Oggi è compito delle autorità pubbliche europee aiutare le aziende a farvi fronte. Quindi ve lo dico forte e chiaro: non abbandoneremo il settore, tutt'altro», ha assicurato il francese, confermando che Bruxelles «presenterà un piano per salvare l'industria automobilistica». Le priorità, ha indicato, saranno tre: «garantire la competitività nel breve termine: obiettivo principale del Clean industrial deal» in arrivo il 26 febbraio, «stimolare la domanda europea di auto pulite e promuovere il made in Europe» - con una «strategia» legata alle flotte professionali», «un mercato dell'usato» da creare, «incentivi positivi che possono essere offerti alle aziende che scelgono di cambiare la propria flotta e accelerare l'elettrificazione» -, e «proteggere l'industria dalla concorrenza esterna sleale, proveniente dalla Cina o da altrove, anche per quanto riguarda gli investimenti».
Le azioni concrete in arrivo delineate da Séjourné riguardano ad esempio «la tutela delle catene di approvvigionamento critiche in Europa, creando capacità di produzione e stoccaggio di materie prime e metalli rari qui in Europa» per tagliare la dipendenza dalla Cina e favorendo la «diversificazione» con «partnership con Cile, Argentina, Australia e alcuni Paesi europei». "È inoltre necessario riaprire la produzione europea» e «lavorare per aumentare le infrastrutture di rifornimento e ricarica - ha aggiunto -. In una parola, l'obiettivo è chiaro: tornare ai volumi pre-Covid, consentendo la crescita di un'auto europea, con componenti europei».