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Bayrou apre sulle pensioni per evitare la sfiducia

8 ore fa 1
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       François Bayrou spedisce "in cantiere" la riforma delle pensioni per tre mesi di "conclave" con le parti sociali. I socialisti, indispensabili affinché una mozione di sfiducia al governo ottenga la maggioranza dei voti, come successo ad inizio dicembre con il governo di Michel Barnier, si riservano una decisione perché, dicono, dopo il discorso programmatico del premier in Parlamento "i conti non tornano".

      Ma fra due giorni, quando i deputati discuteranno la mozione di sfiducia di Mélenchon e compagni, il centrista e politico di lungo corso Bayrou probabilmente si salverà. Come minimo, avrà guadagnato qualche mese di tempo per il suo governo.

      Il sistema politico francese, dopo lo scioglimento delle Camere voluto da Emmanuel Macron la sera dei risultati delle europee di giugno, non riesce ad uscire da una crisi profonda. Spaccato in tre e senza più una maggioranza stabile per il governo, ha decretato il fallimento in tre mesi del governo Barnier, con una mozione di sfiducia che ha visto le estreme - il Rassemblement National di Marine Le Pen e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon - votare insieme.

     L'esperto Bayrou, durante lunghe settimane di trattative, ha trovato un punto di equilibrio con il quale sembra essere riuscito a staccare socialisti e forse anche i comunisti dal Nuovo Fronte Popolare. Lfi ed ecologisti voteranno la sfiducia nella seduta fissata per giovedì prossimo.

      Nell'atteso discorso programmatico, davanti ad un'Assemblée Nationale nervosa e rumorosa, Bayrou ha esordito con quella che è sembrata quasi una battuta: "La situazione di questo governo presenta un vantaggio considerevole - ha detto sollevando brusio in aula -, credo che questa situazione sia una chance. Quando tutto va bene ci si culla sugli allori, quando tutto va male si è costretti al coraggio". E certo, per il quarto governo consecutivo in un anno c'è poco da cullarsi sugli allori.

      Dichiarazioni roboanti sui principi, quelle di Bayrou, che insieme alla strategia per mettere al riparo dalla sfiducia il suo esecutivo ha calcato la mano su due dei cavalli di battaglia che da sempre ispirano la sua politica: l'esigenza anche "morale" di tenere i conti in ordine e l'esigenza di una riforma elettorale in senso proporzionale. Ma il punto cruciale del suo discorso e della sua strategia era la riforma delle pensioni, con l'aumento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni, che continua a rappresentare "un assillo" per i francesi, ha premesso Bayrou.

      Non ha parlato di abrogazione, né di sospensione, ma per il resto ha annunciato che "non ci sono tabù". Neppure sull'età pensionabile. Si apre un cantiere con le parti sociali, durerà tre mesi, da venerdì sarà nominata una delegazione permanente che sarà ricevuta dal premier e lavorerà poi "in conclave". Al termine dei lavori, se sarà trovata una soluzione per una formula "socialmente più giusta" ma "equilibrata", si andrà avanti con le modifiche. Altrimenti, la riforma esistente sarà convalidata.

       Per i socialisti, che in mattinata avevano annunciato di essere "a qualche passo" da un accordo, "i conti non tornano" e il bicchiere "è mezzo pieno". Ci sono ancora alcune ore per trattare la sopravvivenza del governo Bayrou, che ha definito il debito della Francia "una spada di Damocle" ed ha invocato il sistema proporzionale (strizzando l'occhio a Marine Le Pen, che da anni conduce la stessa battaglia) affinché "tutti trovino un posto nella rappresentanza nazionale in base ai voti che hanno ricevuto". Ma per andare avanti, quanto meno per altri tre mesi, bisogna consolidare il sostegno socialista e ci sono altri due giorni a disposizione: giovedì sarà già tempo di contare i voti. 

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