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Bo Derek: “Che imbarazzo le scene di sesso”

4 mesi fa 2
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“Sono arrivata in Italia per la prima volta nel 1974, mi è sembrato un posto tranquillo, piacevole, dove era bello mangiare fuori, stare all’aria aperta, adoravo venirci. Ho sempre conservato un’emozione positiva nei confronti del vostro Paese, e la provo tuttora”. Negli Anni Ottanta è stato il mito sexy di un cinema patinato e scacciapensieri, adesso è una signora con lo sguardo azzurro trasparente, increspature gentili intorno agli occhi, una certa, vaga, malinconia che irradia dal sorriso rassegnato: “Nessuno può sfuggire al tempo che passa – dice Bo Derek, ospite d’onore della settima edizione del “Filming Italy Sardegna Festival” diretto da Tiziana Rocca -, invecchiare, per me, è stato abbastanza scioccante, forse perché ho avuto l’impressione che non avvenisse in modo graduale. Poi, a un certo punto, è come se avessi fatto pace con questa realtà, l’età che ho è diventata quasi comoda, e così vado avanti”.

Ha lavorato con Carlo Vanzina in “Sognando la California”. Che ricordi ha?

“Carlo era una persona stupenda, mi piaceva moltissimo, dopo il film siamo rimasti in contatto, ogni volta che venivo a Roma andavamo a cena insieme. Ho saputo solo ora della sua comparsa, mi dispiace moltissimo, è un perdita terribile”.

C’è qualche regista italiano con cui le piacerebbe lavorare?

“Si, mi piacerebbe tantissimo, anche perché uno dei miei più grandi rimpianti è legato proprio all’Italia”.

Perché?

“Roberto Benigni mi aveva chiesto di fare un film con lui, ho rifiutato. Dovevo girare qualche altra cosa, non avevo modo di liberarmi, ma me ne pento ancora oggi. Sarebbe stata una commedia, un gran peccato, perché è il mio genere preferito”.

E’ diventata celebre giovanissima, non deve essere stato facile.

“Quando sono diventata famosa hanno iniziato a offrirmi tante cose, ho cominciato a sentirmi tirata da tutte le parti, non c’era una persona che non mi dicesse che cosa dovevo fare. Questa è stata la ragione per cui, appena ho potuto, ho iniziato a produrre i miei film, che, magari, non erano sempre buoni, ma, per me, era meglio sfruttare me stessa che essere sfruttata dagli altri”.

Pensa di non aver avuto le occasioni che meritava?

“Nel 1979 a Hollywood c’erano solo tre studios importanti, oggi le cose sono cambiate e, per fortuna, in meglio. Se eri abbastanza carina rientravi in una determinata categoria che non aveva niente a che vedere con l’essere brava o meno. Non ero molto ambiziosa e quindi non mi sono mai opposta a certe scelte. Se ero su un set e il regista mi diceva “ok, stop”, per me era stop, non mi battevo per ripetere la scena”.

Che cosa è cambiato oggi a Hollywood, dal suo punto di vista?

“Con lo streaming e con tutte le produzioni che si susseguono, film di ogni genere, piccoli e grandi, le occasioni e, soprattutto, i ruoli per le donne si sono moltiplicati, sono diventati più complessi, cosa di cui non posso che essere contenta, proprio perché sono donna”.

Le è capitato di fare, durante le lavorazioni dei film, cose che non avrebbe fatto?

“Era sempre tutto molto imbarazzante, non posso dirvi che non sia stato così. Non mi sono mai divertita a fare quel tipo di scene, negli Anni 80 lo schema era sempre lo stesso, c’era l’uomo, la moglie, l’amante. La cosa più strana che mi è capitata è stata dover baciare un partner con un orangotango che mi osservava. Era un “Tarzan movie””.

Oggi sui set c’è la figura, molto importante, dell’intimacy coordinator. Che cosa ne pensa?

“Non ho mai fatto un film con un “intimacy coordinator”. Penso, ma potrei anche sbagliare, che i corsi per assumere questo ruolo siano troppo brevi, spesso durano un solo giorno e io mi sentirei molto a disagio nel lavorare con persone che non hanno grande esperienza nel settore”.

Che cosa è veramente cambiato per le attrici oggi a Hollywood?

“E’ tutto mutato, anche perché oggi si può diventare una celebrità semplicemente grazie a i social, stando su Tik Tok o su Instagram. Le attrici hanno acquisito molto più potere, possono pretendere cose come l’equità salariale che noi, nella nostra epoca, non potevamo nemmeno chiedere”.

Come vive oggi il rapporto con l’industria del cinema?

“Sono orgogliosa di averne fatto parte, Hollywood apre le porte, è come avere in tasca una carta di credito, ho cominciato per caso, ma ho lavorato sodo, e la mia vita è diventata fantastica. Adesso, grazie alla popolarità conquistata, posso occuparmi delle cose che mi interessano davvero, gli animali, lo stato degli Oceani”.

Le è capitato di avere partner difficili?

“Ricordo l’esperienza con Shirley McLaine. Ero letteralmente terrorizzata. Sapevo bene che lei era l’attrice, e io, come dire? Un semplice impostore. Lei era molto fredda nei miei confronti, la mia presenza la infastidiva, così ho preso l’abitudine di portarle un regalino ogni giorno e alla fine siamo diventate grandi amiche. La ricorderò per sempre”.

Ha fatto foto sensazionali. Rimaste nella storia del costume. Per esempio quella in cui cavalca nuda sulla spiaggia. Come si sentiva quando le venivano chieste?

“Dovete sapere che mio marito, John Derek, era regista, ma anche fotografo. Continuava a dirmi mettiti lì che viene fuori una bella foto, buttati in acqua, sali su quell’elefante, mi sentivo un po’ una Barbie, ma insomma…”.

Lei si chiama Mary Cathleen Collins. Da dove nasce il nome d’arte?

“A 17 anni si può essere un po’ sciocchini, ci si vuole sentire liberi ad ogni costo, continuavo ad usare i nomi più diversi. Una volta è successo che, per una settimana, mi sono fatta chiamare Roberta, ho incontrato una persona che mi ha messo il soprannome Bo, mi piaceva, mi ci sentivo bene, e così me lo sono lasciato”.

Qual è la più grande follia che un uomo che ha fatto per lei?

“La cosa più bella che può succedere è sentirsi amata sul serio, sembra la più scontata del mondo, e invece è la più rara. Penso di essere stata amata veramente due volte”.

Suo marito aveva molti anni più di lei. Era geloso ?

“Si, un po’ lo era, forse si. Sa, a 17 anni, pensi di sapere qualunque cosa, di essere interessante, di avere tutto sotto controllo. Guardavo mio marito e mi sembrava fosse un gran figo, adesso, quando rivedo quelle foto, penso a quanto fosse più vecchio di me. Mi chiedo “ma come ho fatto?”, e come mai i miei genitori non si siano mai arrabbiati per questo”.

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