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Caffè, il dettaglio: quale confezione scegliere per evitare brutte sorprese

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Dopo la puntata di Report andata in onda su Rai 3 domenica 9 febbraio, puntata in cui sono state scoperchiate le carenze nelle informazioni riportate sulle etichette del caffè venduto nei supermercati, la rivista Gambero Rosso è intervenuta per chiarire quali dati risultano mancanti e suggerire soluzioni che possano aiutare i consumatori a fare scelte più consapevoli.

Nel programma condotto da Sigfrido Ranucci, è emerso come una delle principali criticità sia proprio la scarsità di indicazioni fondamentali per orientare l’acquisto. Uno degli aspetti più contestati riguarda la mancata specifica sulla specie botanica dei chicchi macinati. Attualmente, molte etichette riportano solo diciture generiche come “100% Arabica” o “Robusta”, senza però fornire dettagli utili a distinguere le differenze tra le diverse varietà di queste piante. L’unico parametro presente è spesso un’indicazione dell’intensità, che non permette al consumatore di fare una scelta realmente informata.

Un altro punto critico è l’assenza di informazioni precise sulla provenienza geografica del caffè. Le confezioni in commercio raramente indicano l’origine esatta dei chicchi tostati, lasciando così il consumatore all’oscuro sulla qualità e sulle caratteristiche del prodotto che sta acquistando.

Inoltre, la modalità di confezionamento del caffè rappresenta un ulteriore problema. Le confezioni sottovuoto, ampiamente diffuse nei supermercati, richiedono che il caffè sia completamente degassato prima del confezionamento per garantire una migliore conservazione. Tuttavia, questo processo fa sì che il prodotto perda gran parte dell’anidride carbonica e degli aromi volatili sviluppati durante la tostatura, con il risultato che il caffè risulti già impoverito al momento dell’acquisto.

Secondo Gambero Rosso, una soluzione efficace sarebbe l’uso di confezioni dotate di valvole unidirezionali o lattine in sovrapressione, che permettono al caffè di rilasciare i gas residui senza comprometterne la qualità. Questo metodo aiuterebbe a preservare l’aroma e l’intensità del prodotto fino al momento dell’apertura.

Un altro aspetto affrontato nella trasmissione riguarda la conservazione domestica del caffè. Il giornalista Bernardo Iovene ha spiegato: "La confezione deve essere mantenuta a basse temperature, in frigo o in freezer". Ha poi approfondito la motivazione dietro questa raccomandazione: "Il caffè tostato contiene circa il 10% di oli, ossia grassi vegetali che a contatto con l’ossigeno irrancidiscono velocemente. Quindi, aperto il pacchetto o il barattolo di caffè, il modo più efficace per rallentarne l’ossidazione è la conservazione a bassa temperatura, condizioni ideali considerando anche che il caffè tostato non ha sostanzialmente acqua che può congelare". Piccole indicazioni che possono aiutare i consumatori a mantenere al meglio le qualità del caffè.

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