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Non sono lavoratori di Serie B, è necessario che chi è contrario al provvedimento del Governo che mette al bando la cannabis light faccia sentire le proprie ragioni. A sostenerlo è Federico Bellono, segretario torinese della Cgil, che denuncia il rischio devastante che questo provvedimento potrebbe avere sui lavoratori. Un'operazione quella del Governo - effettuata tramite il ddl sicurezza - che Bellono qualche giorno fa ha definito "oscurantista, che gioca sulla confusione e le paure delle persone".
"Il rischio è che da un giorno all'altro ci sia un effetto devastante, perché tutti coloro che a vario titolo ruotano intorno a questa filiera che va dalla produzione al commercio non potranno più lavorare", spiega Federico Bellono, segretario generale della Cgil Torino, "Ho anche l'impressione che questi effetti non siano neanche stati tanto valutati dal punto di vista politico, quell'emendamento sembra essere frutto di una scelta ideologica, anche ambigua perché basata su falsi convincimenti, che non ha considerato assolutamente le conseguenze che avrà dal punto di vista lavorativo". In Piemonte, secondo i dati forniti a Torino Today da Luca Fiorentino che è un imprenditore del settore, i lavoratori diretti del comparto sarebbero circa 900.
"Occorrerebbe far sentire di più le voci contrarie anche dal punto di vista politico", continua Bellono, "Chi è contrario a questo emendamento si faccia sentire e usi l'argomento lavorativo per smascherare un'operazione ideologica che non ha alcun fondamento neanche scientifico". Una situazione che per Bellono potrebbe essere simile a quella che si manifestò a Torino quando in Piemonte scesero in piazza i lavoratori delle sale gioco.
"Tutti i lavoratori devono avere gli stessi diritti", aggiunge Bellono, "quando uscì la vicenda delle macchinette del gioco d'azzardo la lobby dei gestori delle macchinette protestò sostenendo che si rischiava di perdere posti di lavoro, tesi che ebbe una certa attenzione da parte dei media. Bisognerebbe che ci fosse la stessa attenzione per questi lavoratori. Non è che a secondo del lavoro che fanno possono diventare più o meno simpatici o più o meno meritori di essere tutelati".
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