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Capo Plaza, il successo non è solo vittorie: "Canto le mie ferite e le sconfitte"

4 mesi fa 7
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 Tgcom24

Non tutto è oro quello che luccica. Capo Plaza (al secolo Luca D'Orso), dopo l'esordio nel 2013, a 14 anni aprendo un canale su YouTube, ha imboccando un percorso dorato lungo il quale ha raccolto, fra singoli e album, 61 dischi di Platino e 30 Oro, milioni di follower sui social, collaborazioni con emblemi della scena rap italiana e grandi artisti internazionali. Ma tutto questo non basta per stare bene con se stessi. Il fallimento e la sconfitta sono sempre dietro l'angolo, così come dietro il personaggio si possono nascondere le ferite della persona. Quelle che ora Capo Plaza ha portato alla luce in questo lavoro. "All'inizio il disco doveva chiamarsi vittorie e sconfitte, c'era il punto centrale di tutto - spiega -. Si tende sempre a far vedere sempre solo le vittorie. Nessuno fa vedere mai le sconfitte, si tende sempre a far vedere quanto siamo perfetti. Io ho vinto nella vita, nel mio lavoro, ma ho riportato tante ferite nella mia vita personale. Diciamo che comunque il successo non è facile da gestire, ci sono tanti tabù. La gente vede noi artisti ricchi e pensa che non dobbiamo avere problemi. I soldi ti fanno vivere meglio, ma non ti comprano le cose che ti fanno vivere meglio, che è diverso. Sentimenti non li compri, lo stare bene non lo compri, la solitudine non la eviti".  

 Ufficio stampa

"All'epoca dell'ultimo disco avevo 23 anni, ora ne ho 26, non dico che sono diventato l'uomo più saggio del mondo, non mi sento manco ancora uomo, ma sento che sono cresciuto come tutti cresciamo e ho stimoli diversi, mi piace musica diversa, le ferite le percepisco anche in una maniera diversa, non punto più il dito, anzi cerco prima di puntare il dito su di me per capire, per poi cercare di capire gli altri, poi se l'altro non mi vuole capire il problema è dell'altro". Il successo non solo non risolve i problemi ma spesso può essere esso stesso parte del problema. "Questo disco è figlio di un processo che mi ha aiutato a uscire da un periodo complicato che viene comunque da aver fatto successo a 19 anni, essere stato privato di quella vita semplice dai 20 ai 26 anni che magari un mio coetaneo può avere" dice. "Anche andare al cinema con degli amici diventa difficile. Io sono già di mio molto insicuro e timido, quindi appena ho una situazione del genere tendo a chiudermi, e non mi godo quella situazione di cinema". 

Il rapper racconta anche di quanto lo spaventi crescere. "Mi spaventa molto, infatti mi fermerei a 26 anni. Una delle mie più grandi paure è la morte - afferma -. Penso sia la paura di non tutti, ma molte persone ce l'hanno. C'è una delle cose che quando penso al mio funerale, prima di dormire, mi blocco, non dormo più. Quindi è una delle mie più grandi paure, però anche lì, tornando al discorso, bisogna avere una consapevolezza. Tutto nasce, cresce e muore". Capo Plaza ha uno sguardo lucido sul mondo e non ha paura di esprimere giudizi che possono andare fuori da determinati cliché. Come quando parla della delusione di fronte a ciò che vede attorno a sé. "Non mi piace - afferma -, c'è troppa violenza, vorrei che le nuove generazioni si mettessero sotto come giusto che sia per far ricredere anche i più grandi. Io penso che la maggior cosa di questo paese siamo noi giovani, quindi perché dobbiamo buttare tempo? Spero che tra vent'anni ci sarà ancora qualche dottore e non vorranno fare tutti i tiktoker o tutti i trapper. Secondo me l'Italia è da svecchiare un po' come già sono altri Paesi come l'Inghilterra, la Francia, la Spagna, sono molto più multiculturali, ormai se non si è multiculturali si rimane indietro automaticamente". Ma il suo non è un gettare la croce addosso ai più giovani, anzi. "Spero che le nostre, le mie generazioni e quelle dopo di me possano fare qualcosa di buono per questo Paese sicuramente mi dispiace quando vedo che ci si concentra più a vedere il male che fa questa gioventù che il bene sicuramente è tutto più incentrato a guardare il cattivo che c'è che è il buono perché vi assicuro che il buono in questa generazione c'è e io penso di esserne la prova". 

 Ufficio stampa

Crescere per Capo Plaza non significa comunque perdere contatto con la sua fan base più giovane. "Attualmente mi sento col piede in due generazioni, quindi riesco a capire pienamente e mi ritengo anche a una persona che capisce quello che succede nel mondo - sottolinea - basta semplicemente rimanere umili ed essere svegli. Anche questo secondo me significa essere un grande rapper professionale: stare al passo quei tempi. La società ha il sistema e fa parte anche questo del nostro lavoro. Nel 2024 ormai non è solo più musica, ci sono 800mila modi per emergere, c'è anche chi rende di meno sulla musica ma è un vero e proprio personaggio. Quindi ci sono vari tipi di carriere, si tratta tutto della persona che sei tu e dal cervello che hai, perché non ci scordiamo che comunque siamo umani".

In "Memories" Capo Plaza dice che è più importante guardare al futuro rispetto al passato, e nel suo futuro, tra le altre cose c'è il primo concerto al Forum. "Io ho sempre detto che ho un piede in una supercar e spingo fin quando non finisce la benzina. Non ho progetti, ho solamente voglia che ora esca il disco, tra due mesi tornerai a studiare e pensare al prossimo. E se finisce la benzina? Non finirà mai, almeno fin quando il mio corpo ce la fa e la mia salute c'è, perché la salute viene prima di tutto. La mia famiglia e la mia salute vengono prima di tutto, a prescindere dal mio lavoro".

Per la prima volta in un suo album il rapper ha dato spazio ai feat di due donne, Anna e Annalisa. "Penso che sia giusto perché negli ultimi anni la figura della donna sia nel rap, sia in Italia, sia nel mondo è cresciuta tanto, io ho tanto rispetto per le donne - dice -. Sono cresciuto in una famiglia di quasi solo donne, cresciuta da donne. La donna ho avuto tante relazioni, la donna è sempre parte centrale della mia vita, nei pezzi si sente. La vedo un po' come il cervello del mondo e noi uomini siamo il fisico, no? Che il fisico può smettere di lavorare, però il cervello non può smettere di lavorare".

 Ufficio stampa

A fine aprile Capo Plaza è sbarcato su Fortnite. La sua isola creativa non è solo una mappa, ma un viaggio interattivo attraverso il suo nuovo album. Solo il primo giorno più di 25.000 partite sono state create sulla mappa e la “Plaza Island” è la più votata su discovery e tra le più cercate, oltre a essersi posizionata nella top 50 delle mappe più giocate a livello mondiale. I giocatori hanno avuto l'opportunità di esplorare le tracce in anteprima, immergendosi in gameplay coinvolgenti e sfide emozionanti. L'esperienza culmina in un epico concerto finale sull'isola, dove i fan possono vivere la magia della musica di Capo Plaza in un ambiente virtuale senza precedenti. "È stato bello sicuramente perché essere insieme a Eminem, Billie Eilish e tutta quella gente come primo artista italiano fa un certo effetto - commenta -. Era uno dei miei sogni comunque fare una cosa del genere con un videogioco anche perché sono cresciuto giocando ai videogiochi, e ci gioco ancora oggi quando ho tempo. Quindi ancora più orgoglioso di farlo su Fortnite, che è una piattaforma che unisce da tempo musica e gaming e dare un'impronta e dire vedete che in Italia ci siamo".

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