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Capolinea per la banda dei fratelli usurai di Torino: entrambi arrestati, denunciato un loro complice

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Nel mese di luglio 2024 la squadra mobile della polizia di Torino ha arrestato due fratelli italiani, uno dei quali, un 66enne, è stato messo ai domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. Per un terzo italiano è stato disposto l'obbligo di firma. Sono tutti accusati di usura e tentata estorsione.

L'indagine è partita nel mese di aprile 2023 dalle dichiarazioni rese da un commerciante che aveva denunciato di essere vittima dei tre. Ha raccontato di avere chiesto in prestito, diversi anni prima, 6mila euro ad uno degli indagati (quello finito in carcere), accordandosi di corrispondergli una rata mensile di interessi pari al 10% del capitale fino alla restituzione dell’intera somma. Rispettando gli accordi, il commerciante, dal mese successivo alla concessione del prestito, ha corrisposto ai due arrestati la rata mensile di interessi che veniva pressoché sempre ritirata presso il suo negozio.

Il commerciante, in difficoltà finanziarie anche per l’accensione del debito usuraio, anziché rivolgersi immediatamente alle forze dell'ordine, nei mesi successivi ha contratto un ulteriore debito di 4mila euro con il terzo indagato, corrispondendo anche a lui interessi mensili pari al 10% del capitale fino alla restituzione del credito. Tuttavia, non essendo più in grado di pagare le rate degli interessi, la vittima è stata ripetutamente minacciata dall’ultimo creditore di danni fisici qualora non avesse pagato.

Durante le fasi investigative successive alla denuncia, un uomo, rimasto in quel momento ignoto, ha riferito genericamente di essere anch’egli vittima di usura da parte di un abituale avventore di un bar del capoluogo. Gli investigatori lo hanno identificato e convinto a sporgere denuncia. L’artigiano ha dichiarato di aver acceso nel tempo, a partire dal 2019, tre prestiti, per l’importo complessivo di 32mila euro, accordandosi con il creditore di corrispondere interessi mensili pari al 20% del capitale fino alla data di restituzione dell’intera somma. L’uomo si era convinto a contattare le forze dell'ordine poiché, non potendo più sostenere il pagamento degli interessi, era stato anch’esso aggredito e minacciato dal suo creditore. In un anno di indagine sono stati poi accertati ulteriori casi e ulteriori vittime.

A carico di uno dei tre indagati, visti i precedenti specifici, su proposta del questore Vincenzo Ciarambino, lo scorso 17 aprile era stata emessa la confisca di numerosi beni patrimoniali. Lo scorso settembre i tre avevano subito un sequestro anticipato di tre appartamenti e altrettanti box auto situati a Venaria Reale e Torino, tre autovetture, un motociclo, 14 conti correnti e nel contenuto di alcune cassette di sicurezza, il tutto per un valore complessivo di circa un milione di euro.

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