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«Quando si è innocenti si ha il dovere - e non solo il diritto - di testimoniare la verità, senza tatticismi di sorta». Il cardinale Angelo Becciu rompe il silenzio per inviare una lettera di solidarietà al vescovo di Ozieri, monsignor Corrado Melis, accusato dalla Procura di Sassari assieme al fratello Antonino Becciu di peculato e riciclaggio per aver fatto confluire fondi dell'otto per mille (destinati alla diocesi di Ozieri) nei conti correnti della cooperativa Spes, di cui è responsabile il fratello di Becciu, Antonino. Gli atti della Procura parlano di una somma complessiva pari a oltre 2 milioni di euro arrivati nella disponibilità della Spes nell'arco temporale compreso fra il gennaio 2013 e il febbraio 2023.
«Cara Eccellenza, caro don Corrado, le notizie divulgate in questi giorni mi hanno addolorato e stordito più di quanto potessi immaginare.
Sono momenti di smarrimento e anche di ribellione contro chi formalizza accuse che nel profondo del cuore sappiamo non essere vere». Il cardinale nel lungo testo spiega che nonostante «qualcuno mi ha sconsigliato di scriverti per non compromettere la mia situazione di condannato” spiega che rifiuta di stare zitto. «Un consiglio che non posso accettare. Anzi, l'essere stato ingiustamente condannato mi rende più libero di esprimermi. Nessuna condanna mi può impedire di essere cristiano, di parlare liberamente e di alzare la voce per esprimere solidarietà a chi soffre».
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«Per esperienza - prosegue la lettera - so quanto bene facciano all'anima la vicinanza e la solidarietà dei fratelli nella fede! La sofferenza tua è mia, è dei sacerdoti, delle consacrate, dei fedeli della diocesi e di tutte le persone che ti conoscono. Chi ti conosce sa bene con quale dedizione vivi il tuo impegno pastorale riservando agli ultimi e agli emarginati la prima fila non solo del cuore ma anche nelle opere quotidiane».
Becciu parla poi dell'esempio retto che Melis in questi anni ha dato alla Chiesa, ai fedeli e a Papa Francesco. «Sono certo che anche in questo difficile momento sarai di esempio nell'affrontare a testa alta la prova che ti è data da vivere». Il porporato sardo ricorda quindi che «si avvicina la settimana santa, giorni in cui contempleremo Colui che con dignità, con amore ha affrontato le peggiori umiliazioni che l'essere umano potesse soffrire. Sarà di esempio e di forza per te, come lo è stato sempre in questi anni per me e per tutti coloro che sono provati dalle sofferenze e dalle ingiustizie della vita. La stessa Pasqua ci ricorda che la storia di ogni uomo non finisce il Venerdì Santo ma nello splendore della Verità! Prego per te e per i tuoi collaboratori coinvolti nella vicenda giudiziaria».