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Colpo di scena nell’inchiesta dossieraggi sugli spioni di Torino: “Le loro mail non possono essere acquisite”

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Si apre con un colpo di scena oggi, giovedì 23 gennaio 2025, l’udienza preliminare per i presunti casi di dossieraggio a Torino. Coinvolge Riccardo Ravera, 63 anni, carabiniere in congedo che nel 1993, con il nome in codice di Arciere, fece parte della squadra che catturò Totò Riina. Oltre a lui, sono imputate altre 20 persone. 

Errore nella procedura

Accettando la richiesta dei legali di alcuni imputati, la giudice Manuela Accurso Pagano ha escluso dal processo buona parte della corrispondenza tra le persone coinvolte nell’inchiesta, sulla base di una pronuncia del 2023 della Corte Costituzionale (la cosiddetta 'sentenza Renzi'). Si tratta di mail, messaggi e conversazioni intercettate su cui l’accusa basava le sue contestazioni. Sarebbero state acquisite senza un regolare decreto che consenta di farlo. In sostanza, durante le indagini ci sarebbe stato un'irregolarità procedurale che renderebbe ora inutilizzabile il materiale . “Per noi è un grande successo – esulta l’avvocato Fabrizio Siggia, difensore di Arciere – In sostanza, se anche ci sarà un processo, di questa grande inchiesta non rimane più niente”. 

Tutto a Torino 

Alcuni avvocati difensori avevano anche chiesto alla giudice di trasferire le carte del procedimento alla procura di Modena, sostenendo che fosse sua la competenza territoriale dei presunti reati contestati. La richiesta è stata respinta e, per questo, anche le prossime udienze saranno al tribunale di Torino. 

I presunti dossieraggi 

L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Gianfranco Colace ipotizza reati tra cui corruzione e associazione a delinquere finalizzata alle interferenze nella vita privata. Ravera sarebbe stato tra i promotori e gli organizzatori di un presunto sistema di spionaggio industriale, per screditare i manager di grandi aziende tra cui la Kerakoll, ditta di prodotti per edilizia di Sassuolo leader nel settore delle ceramiche e dell'edilizia. L’ex carabiniere, con i suoi collaboratori, avrebbe installato di nascosto alcuni registratori durante degli incontri privati, per registrare conversazioni e girarle a chi gliele aveva commissionate, potendole così usare per possibili ricatti. 

Nelle carte dell’inchiesta si parla anche del possibile ingaggio, alla cifra di 40.000 euro, di escort che possano “creare situazioni imbarazzanti” nei confronti di presunti manager. 

La prossima udienza è in programma la prossima settimana, 30 gennaio 2025.

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