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Concorso presidi, pioggia di ricorsi: «Candidati esaminati da colleghi e partecipanti fantasma»

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Il concorso per dirigenti scolastici sta facendo discutere: sono tanti i ricorsi per presunte irregolarità tra cui violazioni dell'anonimato, presunti conflitti di interesse tra candidati e commissari, commissari e sostituti che si dimettono, e, come scrive la Repubblica, una discrimiazione su una candidata disabile. La selezione per 587 dirigenti scolastici, bandita il 18 dicembre del 2023 dal ministero dell’Istruzione e del Merito, in Campania, è stata pure sospesa. Pronta la reazione della politica: sono già cinque le interrogazioni parlamentari che Movimento Cinque Stelle, Verdi e Pd hanno presentato ai ministri dell’Istruzione Giuseppe Valditara e della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.

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Il caso della Campania: «Una candidata esaminata dalla collega»

Il caso più grave sarebbe quello della Campania. I commissari d’esame si sono dimessi, e i sostituti dei dimissionari li hanno seguiti. Dietro i motivi di salute e personali con i quiali si sono giustifcati, il sospetto dei timori per le irregolarità del concorso. Il direttore scolastico regionale, Ettore Acerra, che ha assicurato la regolarità delle procedure, poco prima degli orali in Campania ha sospeso il concorso.
I punti da chiarire sono tanti. In Campania sono 50 candidati si sono rivolti a due avvocati, presentando un doppio ricorso amministrativo e anche esposti penali alla Procura. A raccontarlo è una delle aspiranti presidi che ha deciso presentare il ricorso, Sonia Bicchielli. «Nell'elenco dei 65 candidati ammessi alla fase orale - racconta - appare il nome di una docente, con incarico di dirigente tecnico, che per anni ha effettuato formazione per neo dirigenti scolastici presso l’Usr Campania. Contemporaneamente, nella commissione esaminatrice del concorso figura colei che ha l'incarico di coordinatrice dei dirigenti tecnici campani. In sostanza, potremmo dire che la candidata al concorso, è stata esaminata e quindi valutata dalla sua collega d'ufficio con cui, per anni, ha organizzato corsi di formazione per dirigenti a livello regionale e con cui ha una stretta e assidua attività professionale nell’ambito di commissioni di valutazione del Pnrr».

Ma Bicchielli parla anche di un'altra anomalia legata all'aspirante preside esaminata dalla collega. «La stessa candidata al concorso, secondo un documento ufficiale del 10 maggio 2017, avrebbe valutato un altro membro della commissione concorsuale. In quella occasione si trattava di nuclei esterni di valutazione costituiti 8 anni fa sempre in ambito scolastico. Quindi durante questa prova orale, ad aprile, la candidata sarà valutata da un membro di commissione concorsuale che lei stessa ha esaminato anni fa».

Esame orale, che, però, al momento è stato sospeso.

Nei ricorsi al Tar e nell’esposto in procura gli aspiranti presidi hanno denunciato anche fughe di notizie sulle domande delle prove scritte e presunte ingiustizie subite dai candidati con disabilità accertate, per i quali non sempre sarebbero state rispettate le norme a tutela.

Le irregolarità nelle altre regioni

In Lombardia la traccia della prova scritta sarebbe avvenuta 48 ore prima del compito e senza testimoni, invece che insieme alla prova scritta. In molte aule, inoltre, i candidati raccontano di aver avuto a disposizione la busta contenente il codice identificativo e una penna per tutta la durata della prova: con quella avrebbero potuto violare l'anonimato copiando i numeri e lettere associati al proprio elaborato. Dai verbali emergerebbe pure che alcuni compiti sarebbero stati riaperti più volte, anche in giorni e mesi diversi; altri ancora non risulterebbero valutati.

Una candidata con disabilità, come scrive la Repubblica, ha denunciato il trattamento ingiusto che le è stato riservato: la donna, munita anche di certificato medico, ha detto che l'ufficio scolastico regionale non le avrebbe concesso di svolgere la prova in più tempo. Inoltre il suo pc e la sua tastiera presentavano dei malfunzionamenti che le hanno reso complicatissimo svolgere la prova.

In più ci sarebbero stati nove candidate fantasma. Queste partecipanti avrebbero consegnato la prova suppletiva in bianco per rendere riconoscibili le uniche due candidate per quel test. Una candidata assente alla prova scritta, inoltre, sarebbe comparsa stranamente tra gli ammessi della prova orale.

Nel Lazio i ricorrenti hanno denunciato anomalie simili riguardanti l’estrazione delle prove, l’identificazione dei candidati, le correzioni dei compiti in tempi record, firme olografe invece che digitali, griglie di valutazione pubblicate in ritardo, candidati tutelati dalla legge 104 collocati nello stesso istituto per sostenere la prova «in apparente violazione dei principi di inclusione e anonimato». I candidati bocciati hanno detto che «la presidente della commissione avrebbe tenuto un corso di formazione pochi mesi prima del concorso» e «altri commissari avrebbero ricoperto ruoli nell’amministrazione scolastica operando in collaborazione diretta con alcuni aspiranti dirigenti».


Criticità diverse quelle segnalate nei ricordi della Sicilia. Qui alcuni commissari avrebbero tenuto corsi propedeutici al concorso ad alcuni dei vincitori, «un chiaro caso di incompatibilità», dice un docente bocciato a La Sicilia. «Dopo l’accesso agli atti abbiamo visto una valutazione delle prove del tutto casuale, con voti più alti nei primi giorni per poi scendere negli ultimi quando bisognava ridurre il numero degli ammessi», denuncia il prof.

In Calabria i ricorrenti hanno denunciato mancata trasparenza sulle buste contenenti le prove d’esame e violazione dell’anonimato. Addirittura una candidata avrebbe consultato un codice non consentito sul banco.

Le interrogazioni parlamentari

Sono cinque le interrogazioni parlamentare presentate al ministro Valditara e al ministro Zangrillo da parte di Avs, M5s e Pd. Tra queste quella di Francesco Emilio Borrelli, deputato napoletano di Alleanza Verdi e Sinistra. Borrelli ha scritto: «Negli ultimi anni, i bandi per la dirigenza scolastica sono stati segnati da problemi che ne hanno minato la credibilità; a rendere ancora più torbida la situazione, c'è un'indiscrezione che sta facendo il giro dei social: pare che le tracce della prova scritta siano state inviate dal Cineca agli uffici scolastici regionali ben 48 ore prima del loro svolgimento; se queste voci trovassero conferma, ci si troverebbe di fronte a una gestione della selezione quantomeno discutibile, che mette in dubbio la trasparenza dell'intero concorso». Il deputato campano chiede chiarimenti sul caso della candidata, che sarebbe una formatrice dei neoassunti dirigenti scolastici in Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna e Marche e dirigente tecnica presso l'Usr Campania.


Il deputato Antonio Caso, capogruppo M5S in commissione Cultura sulla vicenda campana si è espresso così: «A seguito di segnalazioni da parte di alcuni candidati riguardo a potenziali situazioni di conflitto di interesse e presunte discriminazioni nei confronti di partecipanti con disabilità, abbiamo presentato un'interrogazione parlamentare ai Ministri Valditara e Zangrillo», ha scritto. «I fatti denunciati, se confermati, sarebbero di estrema gravità, in quanto lesivi dei principi di trasparenza e buon andamento dell'amministrazione, oltre che delle garanzie di imparzialità ed equità di trattamento tra i candidati. Tra le criticità segnalate figurano: la mancata concessione delle misure compensative previste dal bando, rapporti di parentela, collaborazioni professionali pregresse, commissari che esaminano colleghi, nonché candidati e membri di commissione che in passato si sarebbero scambiati i ruoli di esaminatore ed esaminato».

L'appello di DirigentiScuola: «Il metodo del concorso va cambiato»

Attilio Fratta, presidente del sindacato Dirigentiscuola ha commentato la vicenda del concorso per dirigenti scolastici così: «Occorre avere il coraggio di dire con chiarezza che l'attuale sistema di reclutamento non è più all'altezza delle sfide del nostro tempo», ha detto. «È un impianto che troppo spesso si arena in procedure selettive pesanti che prestano il fianco debole ai legali di turno, compromettendo l'efficacia delle procedure di selezione e la stabilità del sistema scuola». Per Fratta, «solo attraverso una revisione profonda dei meccanismi di accesso e progressione sarà possibile garantire che le posizioni apicali nelle scuole siano occupate da figure dotate di comprovata esperienza, competenza e visione, maturata sul campo. Il sindacato è pronto a dare il suo contributo all'innovazione. Siamo quindi pronti, da subito, al confronto con il ministero dell'Istruzione e del Merito».

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