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Cresce l'export di Lazio e Abruzzo, +40% dal 2016

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Nel Lazio e in Abruzzo c'è "una grande attenzione" da parte delle imprese all'apertura verso i mercati internazionali, tanto che nel 2023 i valori esportati in totale dalle due regioni hanno raggiunto i 39,2 miliardi di euro, il 40% in più rispetto al 2016 (+48,3% il Lazio, +23,3% l'Abruzzo).

Si rafforza inoltre la struttura patrimoniale e la liquidità delle aziende, mentre rimangono aperte le sfide tecnologica e green, che devono però far fronte con il disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto per i lavoratori più qualificati. Sono gli elementi che emergono dall'analisi del Research Department Intesa Sanpaolo, diffusa in occasione della tappa romana di 'Imprese Vincenti', programma di valorizzazione della pmi organizzato dal gruppo bancario, durante la quale sono state 'celebrate' 10 pmi di Lazio e Abruzzo (su 150 selezionate in tutta Italia) esempio di eccellenza imprenditoriale e del Made in Italy.

"Il contesto economico in cui operano le imprese di Lazio e Abruzzo è certamente positivo", in quanto "l'economia cresce e più o meno in linea con la media nazionale" ha sottolineato Roberto Gabrielli, direttore regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo. In termini di export, un elevato contributo viene dal Lazio (oltre 29 miliardi di euro) dove il primo settore per vendite all'estero è la farmaceutica, seguito da chimica, metallurgia, aerospazio, agroalimentare e sistema moda. Le esportazioni dell'Abruzzo hanno invece superato i 10 miliardi di euro, con un peso importante del settore automotive, seguito da farmaceutica, agro-alimentare, meccanica e sistema moda. Inoltre anche nel primo semestre del 2024 le esportazioni delle due regioni hanno mostrato un buon tasso di crescita rispetto allo stesso periodo del 2023 (+6,7% il Lazio, +2,1% Abruzzo) in controtendenza rispetto alla media italiana (-1,1% tendenziale).

Negli ultimi anni si è anche rafforzata la struttura patrimoniale delle aziende: tra le imprese manifatturiere dei due territori il patrimonio netto in percentuale del passivo si colloca al 29% in Abruzzo e al 25% nel Lazio, valori più elevati rispetto a quelli di inizio anni Duemila, anche se inferiori alla media italiana. Inoltre, nel post-pandemia le disponibilità liquide nell'attivo, cuscinetto contro i rischi e risorse per investire, sono aumentate "notevolmente": nel Lazio si attestano al 9%, in Abruzzo all'8. Rimangono le difficoltà a trovare figure professionali qualificate: ad agosto la quota di posizioni ricercate di difficile reperimento era superiore al 40% nel Lazio e di oltre il 50% in Abruzzo. Allo stesso tempo, molti giovani dalle due regioni emigrano all'estero o in altri territori in cerca di lavori remunerativi e carriera: secondo i dati del Consorzio Almalaurea, a 5 anni dal conseguimento del titolo, il 41,2% dei laureati in Abruzzo lavora all'estero o al Centro-Nord, mentre nel Lazio il 28% dei laureati è impiegato all'estero oppure al Nord o nel Mezzogiorno.

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