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Daniele Capezzone 04 febbraio 2025
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Panico nella sinistra tedesca: in una situazione elettorale che pare già disperata, mancava solo la botta finale rappresentata dall’intervento di Roberto Speranza. Che invece è puntualmente arrivato nella forma di un tweet pubblicato sull’account ufficiale dell’indimenticabile ex Ministro della Salute: foto della folla berlinese radunatasi contro AfD, e commento “Grazie Berlino!” dell’esponente Pd.
Ora, si potrebbero fare molte ironie sulla sola bizzarra circostanza che l’uomo dei lockdown e delle restrizioni abbia postato la foto di una manifestazione di massa: ma come, tutte quelle persone ammassate? E perfino senza mascherina? Un potenziale mega focolaio, secondo le lugubri e ossessive prediche dello Speranza che tutti (purtroppo) ricordiamo. Ma lasciamo perdere il sarcasmo di oggi e le brutte eredità degli anni passati. Il punto è la solita pretesa (qui la mentalità da totalitarismo sanitario non è mutata, e anzi si combina benissimo con la forma mentis del comunista di sempre) di vivere l’avversario politico come una sorta di malattia da debellare, come un demone da esorcizzare, come qualcosa che merita invariabilmente anatemi e scomuniche preventive. Quando invece - non dispiaccia a quello che Renzi chiamava ironicamente Bob Hope - è tutta e solo democrazia: esercizio democratico quello di chi voterà per AfD, esercizio democratico di segno opposto quello di chi non ne auspica il successo.
Ma per Speranza e la sinistra italiana, al contrario, l’unica dimensione conosciuta- in mancanza di iniziativa politica adulta - è l’invettiva morale, la maledizione scagliata contro il “male”, nella forma delle “destre”, anzi della “destra-destra”, dell’”ultra-destra”, caricando sempre il nemico di una dimensione diabolica. Peccato che- diciamo così- un precedente non giochi a favore di Speranza, e anzi possa far scorrere un brivido gelido nella schiena dei socialdemocratici tedeschi. Si tratta del memorabile viaggio di Speranza (c’era anche Peppe Provenzano) a Chicago, nell’agosto scorso, per la convention democratica che doveva incoronare Kamala Harris. Speranza si fece fotografare con un megacartello da cheerleader, e lasciò a verbale dichiarazioni che - rilette oggi - suscitano un certo sorriso. Giudicate voi: “Chicago è la città del vento. E forse proprio da qui può partire una stagione nuova per gli Stati Uniti. Fino a poche settimane fa, tra i democratici (non solo americani) regnava la paura più grande: il ritorno di Donald Trump alla presidenza.
Oggi la candidatura di Kamala Harris ha riacceso la speranza. I delegati ci credono”. Ecco, come sia andata a finire a novembre lo sappiamo tutti, con il trionfo di Trump e la demolizione elettorale della Harris. E la sensazione è che pure in Germania l’endorsement di Speranza possa non risultare esattamente di buon augurio: metaforicamente parlando, l’ultimo chiodo martellato sulla bara politica di Olaf Scholz, e l’ennesima spinta per l’irresistibile ascesa di AfD. Scherzi a parte, non si tratta - ovviamente - di buona o cattiva fortuna, ma di un totale smarrimento di chiavi utili a decifrare la realtà da parte degli esponenti della sinistra italiana. Come negli Usa non avevano capito che i temi decisivi erano quelli dell’inflazione e dell’immigrazione illegale (e loro invece si limitavano ossessivamente ad attaccare Trump), così in Germania non comprendono la rabbia e la paura delle persone rispetto al tema dei migranti fuori controllo (e loro invece continuano a scagliare maledizioni contro AfD).
Solita storia: se la prendono con il termometro e si disinteressano della febbre e delle sue cause. E così, da Chicago a Berlino sarà un attimo. Per sorridere, vale la pena di ricordare che molti anni fa, negli anni d’oro del wrestling, tra i lottatori più pittoreschi furoreggiava The Undertaker, il personaggio che esplicitamente richiamava l’immagine di un feroce becchino pronto a liquidare gli avversari. Ecco, Speranza rischia involontariamente di emulare The Undertaker: con la piccola differenza che i suoi poteri di tumulazione politica riguardano però gli amici ben più che i nemici. Tanti auguri.