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Una serata di quelle da segnare sul calendario, per i tifosi dell’Atalanta ma anche per il calcio italiano. Per l’Atalanta perché la Dea raggiunge una finale europea per la prima volta nella sua storia. Traguardo che è il termometro di un lavoro, quello di Gasperini, che è espressione di buon governo e di innovazione.
Tradizione, ma anche innovazione, giusto compenso per una società che, contrariamente alle altre, ha puntato sulla continuità. Senza fretta, senza progetti semestrali, senza paura di innovare.
L’Atalanta segna questo giorno sul calendario perché raggiunge la sua seconda finale in una stagione da grande squadra: una serata in cui si suggella il posto della Dea tra le grandi del calcio italiano. Di diritto, perché oltre ad avere un gioco tra i migliori del nostro campionato ha dimostrato anche di avere il progetto migliore.
Poi ci sono i singoli: un Lookman indiavolato, uno Scamacca Nazionale, la ciliegina di Tourè a mettere il tris e far aumentare i decibel del pubblico di Bergamo, che all’unisono canta “ce ne andiamo a Dublino”.