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La guerra è guerra anche a 79 anni. La strada, lo scatto rubato, quello più difficile, sono la mia vita. Io faccio le foto, poi chiedo il permesso. Ma intanto le ho messe in tasca. Da 64 anni. Avevo poco più di 14 anni quando ho iniziato e non ho mai più smesso. Ieri, verso le 13.40 mi arriva una telefonata di un amico, stava andando a Villa Borghese. Mi avverte: «Guarda che c’è Gerard Depardieu all’Harry’s Bar di via Veneto». Sono abituato a prenderle ma non mi aspettavo una furia così, anche perché in passato l’attore francese era stato sempre gentile. Invece mi ha colpito con tre pugni, offeso me e gli italiani. Ma ricominciamo da capo: prima di andare chiedo conferma al mio amico, mi dice «sì, sì è lui, un signore ha cercato di fargli una foto con il cellulare e si è arrabbiato». Mi sono affrettato, ero a piazza San Lorenzo in Lucina, non c’erano taxi, sono andato a piedi, a largo Fellini ho incontrato un altro giornalista.
Una volta arrivato a Porta Pinciana l’ho visto, erano in sei al tavolo, tutti francesi, lui era a fianco di una ragazza bellissima. Mi sono appostato, ho tirato fuori il teleobiettivo. Ma Depardieu mi ha tirato del ghiaccio addosso. Ho smesso e sono rimasto in attesa, paziente, all’esterno.
Una volta usciti, la ragazza mi si è avventata contro, offendendomi, cercando di provocarmi, tirava calci, come se cercasse lo scontro. Io sono rimasto immobile. Poi è arrivato lui, gridava «me... italian», io sono rimasto zitto, mi ha colpito tre volte, mentre tutti assistevano alla scena nel cuore della Dolce Vita. Non ho desistito, mi aveva picchiato, tre cazzotti in faccia, mi sono messo davanti alla sua auto a noleggio, per bloccarlo e intanto chiamare i carabinieri. Ma è andato via, mi hanno fatto sedere, portato del ghiaccio, un caffè, la gente applaudiva e diceva «pazzesco». Sono stato medicato all’Umberto I. La diagnosi non lascia dubbi: “aggressione trauma contusivo con ferite lacero-contuse della regione sopraccigliare sinistra, trauma contusivo regione occipitale destra, trauma distrattivo del rachide cervicale”. Dieci giorni di prognosi. In serata, sono andato a denunciare Depardieu: prepotente, non può credere di farla franca.
REAZIONE INASPETTATA
Non mi spiego questa reazione, l’ho già fotografato in passato ed era stato gentilissimo. Forse ha reagito così perché stava con una giovane donna. Lui è partito a razzo, ce l’aveva con me e con tutti gli italiani, ma io non faccio il “pizzicarolo” io sono un paparazzo, mica cambio mestiere. Ce l’ho nel sangue. Scatto e basta. Poteva andare a Cannes, stava meglio lì... Certo, nel 2024, un’aggressione del genere, a via Veneto, mi sembra solo abbia voluto imitare la Dolce Vita di un tempo. Ma il fallimento è stato totale, siamo alla frutta. Se vai a via Veneto e sei un personaggio cerchi pubblicità, vuoi finire sui giornali, provocare... Quanto a me, l’importante sono le foto, il resto no problem.
In 64 anni ne ho prese tante. A 14 anni, Peter O’Toole mi ha menato, spaccato l’orecchio, ero minorenne mio padre gli fece causa, ottenne un milione per ritirare la querela. Altre botte le ho ricevute da Mickey Rourke e prima dai bodyguard di Frank Sinatra, in compagnia di Ava Gardner. Come sto? Mi fa male la testa, ho beccato la sveglia. Ma sono abituato. È tornata la Dolce Vita? Spero non così violenta, ho preso anche manganellate e fotografato gli anni di piombo, una vita di insulti e quasi 170 ricoveri in pronto soccorso. Rifarei tutto.
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