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Detenuto sorpreso con una chiavetta Usb la inghiotte e si scaglia con una lama contro la guardia del carcere delle Vallette a Torino

4 mesi fa 5
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a.d.

a.d. 08 maggio 2024 16:10

Scoperto con una chiavetta usb in cella, ha deciso di inghiottirla e poi ha aggredito l'agente della polizia penitenziaria intervenuto. È accaduto lunedì 6 maggio nel carcere di Torino. 

“Dopo il sequestro dell’oggetto, il detenuto ha prima strappato l’oggetto dalle mani del poliziotto, per sottrarlo al sequestro, per poi scagliarsi ferocemente contro l’agente, armato di una lama artigianale che aveva abilmente occultato all’interno dei pantaloncini che indossava”, spiega Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del sindacato autonomo polizia penitenziaria.

“Il nostro plauso va alla prontezza di riflessi del poliziotto e dei colleghi intervenuti in suo soccorso che hanno evitato un epilogo ben più grave; tuttavia, non possiamo non dirci profondamente preoccupati per le condizioni di lavoro all’interno delle carceri, nonché il dilagare di violenza che sta travolgendo la società e che, inevitabilmente, ha la sua importante ricaduta nel mondo penitenziario”, prosegue il sindacalista.

Soltanto sabato, nella casa circondariale di Torino si è vissuta una giornata da incubo, con devastazioni, fuoco e fiamme. “I numeri sono allarmanti, ma ancor più preoccupanti sono il silenzio assordante della politica e la mancanza di iniziative per arginare il fenomeno. Solo nel distretto di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta nel primo quadrimestre di quest’anno abbiamo registrato 83 aggressioni al personale di polizia penitenziaria e 227 sono stati gli episodi di minaccia, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta quindi di 2 o 3 fatti di questo tipo al giorno!”, denuncia Santilli che si appella al Prefetto di Torino Donato Giovanni Cafagna: “Confidiamo poter incontrare il Prefetto per stimolare un confronto più ampio sul tema, poiché l’aumento di episodi di violenza e di disagio che ogni giorno registriamo nelle carceri, a nostro avviso, è lo specchio di un problema di sicurezza pubblica che riguarda tutta la popolazione. Nelle carceri stiamo assistendo a una preoccupante escalation di violenza, a fronte della quale servono, da una parte, interventi di integrazione sociale, di stimolazione di un senso civico ormai perduto e di opportunità nel mondo libero, dall’altra è necessario intervenire nel 'mondo carcere' che merita un profondo rinnovamento di tecniche e formazione del personale, ma anche l’ausilio di strumenti moderni, di regole precise e rigorose, di strutture adeguate che sappiano essere al passo con l’evoluzione”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, dice che “anche l'amministrazione penitenziaria e quella della Giustizia minorile e Comunità (a Torino è presente il carcere minorile Ferrante Aporti) adottino con urgenza gli opportuni provvedimenti per restituire sicurezza e serenità lavorativa al personale di polizia penitenziaria che fa servizio a Torino”, senza trascurare quella che è una richiesta storica del Sappe: “Dotare il personale del Corpo del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato".

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