Donna ridotta in schiavitù, condanna record a 18 anni per la sua ‘padrona‘

"Pena più alta della richiesta della procura", commenta tra la soddisfazione e lo stupore, l'avvocato Fabrizio Laguzzi che assiste la donna disabile ridotta in schiavitù dalla famiglia che l'aveva accolta. Le sue 'padrone' sono state condannate rispettivamente a 18 e 10 anni, il pubblico ministero Antonella Barbera aveva chiesto 11 anni e sei mesi e 9 anni e due mesi. Assolto invece il marito di una delle due aguzzine, per cui erano stati richiesti 9 anni di reclusione. Le due donne, madre e figlia, sono state anche interdette dai pubblici uffici  e da qualunque possibile amministrazione di sostegno o appalti con la pubblica amministrazione, oltre a ulteriori 3 anni di libertà vigilata. Dovranno anche pagare le spese processuali e una provvisionale di 50mila euro. "É stata fatta giustizia" dice Rita Buzzichelli legale tutrice della parte offesa: "Oggi voleva venire in aula, ma per lei ogni volta è come rivivere quell'incubo". La signora, oggi 57enne e ospitata in una rsa, quando era stata trovata dai carabinieri in quella casa degli orrori (era settembre del 2021) non aveva più i denti per le percosse subite, dormiva per terra ed era pelle ed ossa. Ancora oggi porta i segni della violenza: un padiglione auricolare completamente strappato dalle conseguenze delle bastonate prese e l'altro orecchio fuori uso. Con un lieve deficit cognitivo, era stata affidata dal padre morente alla sua badante che nel giro di cinque anni, l'ha ridotta in una schiava con la complicità della madre. "Una sentenza assurda da omicidio, che verrà impugnata", ha dichiarato fuori dall'aula l'avvocato Angelo Ginesi che difende la presunta aguzzina. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni.

Continua a leggere le notizie di TorinoToday, segui la nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale WhatsApp