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Dubai entra nel basket europeo: una squadra nella Superlega dell’ex Jugoslavia. Primo passo per l’accesso in Eurolega?

7 mesi fa 15
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Nell'intricato Risiko dello sport mondiale, con i petroldollari e i fondi sovrani a sfidarsi a colpi di acquisizioni di società, campionati, tornei e discipline, gli Emirati Arabi hanno piazzato il primo carro armato nel territorio del basket europeo. Dopo che il Qatar si è assicurato i Mondiali del 2027, una squadra di Dubai parteciperà almeno per tre anni alla Lega Adriatica, la superlega cestistica composta da club provenienti dalla Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia (paesi costitutivi della ex-Jugoslavia), a partire dalla stagione sportiva 2024/2025. Per il disturbo, si fa per dire, gli Emiri hanno alzato l'offerta da 1,7 milioni di euro, non dollari, a 2,5 a stagione.

La mossa è stata particolarmente apprezzata dall'Assemblea dei Club membri che nella riunione di oggi ha messo ai voti l'ingresso della nuova franchigia: nove società si sono espresse favorevoli, il Partizan Belgrado astenuto (segnale da non sottovalutare in ottica Eurolega) e il Buducnost contrario. Morale della favola: benvenuto a Dubai e allargamento del campionato dalle 14 squadre attuali a 16. Con l'accesso a un campionato dell'Uleb, teoricamente, nulla ostacolerebbe l'entrata in un secondo momento dell'ultima arrivata in Aba League anche in EuroCup o in EuroLega.

Il discorso ora si sposta, infatti, sul secondo passo: sul tavolo dell'Eurolega ci sarebbe anche un'offerta proveniente da Dubai da 75 milioni per complessivi 7 anni che comprenderebbe anche l'assegnazione di tre edizioni delle Final Four. Nell'intesa c'è già che la nascente squadra di Dubai, assegnata a Svetislav Pesic e con base a Belgrado per la Lega Adriatica, partirebbe con una stagione di rodaggio in Eurocup per poi salire per sei stagioni al piano di sopra dell'Eurolega. Tra i club membri della massima competizione continentale, ma non remunerativa, almeno nove sono favorevoli, un paio sono indecisi e solo Maccabi e Olympiacos avevano dato segnali di contrarietà – anche se negli ultimi tempi sembrano aver mollato la presa.

I benefici economici per le società appaiono troppo ricchi, con oltre un milione e mezzo all'anno per sette stagioni nelle tasche di ognuna delle squadre fondatrici e i relativi introiti da sponsor correlati (con Fly Emirates che potrebbe subentrare a Turkish Airline come naming sponsor della competizione), per essere snobbati. A Barcellona, sede dell'Eurolega, prima della decisione definitiva si getterà un occhio anche alla composizione delle partecipanti e delle licenze per i prossimi anni: balla l’Alba Berlino, non fa fare salti di gioia l'Asvel Villeurbanne e si spera che la rampante Parigi, altrimenti destinata alla wild card, vinca l'Eurocup. Per Partizan Belgrado e i cugini della Stella Rossa, tra la Lega Adriatica e una wild card, non ci dovrebbero essere problemi così come per la Virtus Bologna, attesa a fine mese negli uffici catalani del board a presentare il piano futuro, salvo cataclismi.

Se ci dovesse essere spazio, con tanto di qualificazione ai playoff sul campo, spera anche Valencia. Poi l'Eurolega e i suoi club fondatori tireranno giù la maschera e diranno pubblicamente se i petroldollari degli Emirati sono benvenuti e benedetti, come sembra, oppure no. Ma l'ingresso di Dubai in uno dei campionati di accesso a EuroCup o Eurolega lascia intuire che esista già un finale pronto.

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