«A distanza di 10 anni dalle riprese di stanotte al Museo Egizio - primo episodio della mia serie Stanotte a…- sono tornato al Museo di Torino per girare un pezzo per NOOS proprio recentemente. Volevo avere l’occasione ancora una volta di raccontare le scoperte e i reperti di quelle stanze e celebrare così il bicentenario di questo tempio della cultura. Mentre ripercorrevo i corridoi del Museo ho ripensato a quanta strada è stata fatta da 10 anni a questa parte, di quanto lavoro è stato svolto dal Direttore Christian Greco in questi lunghi, bellissimi, anni». Comincia così il post di Alberto Angela, pubblicato sulla sua pagina Facebook, in cui parla del museo torinese, intervenendo dopo la lettera di 350 egittologi che si schierano a sostegno della permanenza di Evelina Christillin alla presidenza del museo per concludere i lavori del Bicentenario. Una posizione in contrasto con la candidatura dell’archeologo egiziano Zahi Hawass, 77enne poco amato dalla comunità degli egittologi e con alcune pecche di reputazione. Hawass è ad esempio uno dei grandi sostenitori della restituzione dei reperti antichi ai Paesi di origine. Regione Piemonte, Comune di Torino, Compagnia di San Paolo e Crt hanno invece scritto una lettera al ministro alla Cultura Sangiuliano.
Alberto Angela nel suo post valorizza gli attuali direttori e presidente: «Al suo fianco (di Christian Grego, ndr) per tutta la durata del percorso c’è stata la Presidente della Fondazione Evelina Christillin che lo ha sapientemente affiancato attraverso tante iniziative e attività di comunicazione. Inutile dire quello che rappresenta questo luogo per me, perché credo sia la stessa cosa che provano i Torinesi e con loro tutti gli Italiani: il Museo Egizio si è affermato come un punto di riferimento nel settore grazie al modo che ha di raccontare la storia antica e grazie ai suoi percorsi didattici; un luogo dove i visitatori si arricchiscono di bellezza e conoscenza e dove il passato torna ad essere vivo, emozionandoci».
Alberto Angela su Facebook prosegue: «Non serve ricordare che qui sono passati oltre un milione di visitatori, che qui si vive l’esperienza di un Museo aperto, inclusivo e moderno, un luogo di ricerca e di studio, di scambio e di divulgazione perché non sarà mai abbastanza la gratitudine che ho nei confronti di chi, come Greco e Christillin, ha saputo valorizzare questo tesoro che sì, certo, era lì da molto tempo, ma che in 10 anni è riuscito ad affrancarsi come una delle realtà culturali più attive e riconosciute d’Europa».