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I satelliti Starlink, lanciati nell'orbita terrestre per fornire internet a tutto il mondo ( se ne contano 7 mila), potrebbero essere una minaccia per l'atmosfera. Secondo quanto riportato all'Ansa da Alberto Buzzoni, astronomo dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, infatti, i satelliti che a fine del loro ciclo cadono verso il pianeta, nel loro passaggio attraverso l'atmosfera terrestre «bruciano e si disintegrano prima di toccare il suolo per ridurre al minimo il rischio di detriti spaziali, ma così facendo rilasciano polveri di metalli inquinanti, come l'ossido di alluminio che corrode lo strato di ozono».
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L'inquinamento di Starlink
I satelliti sono fatti prevalentemente di alluminio le cui particelle, disperse nell'atmosfera, funzionano da moltitudini di piccoli specchi, i quali riflettono i raggi solari causando una dinamica opposta rispetto all'effetto serra. Nel 2023 uno studio aveva già provato questa "contaminazione" da parte dei satelliti, mentre un altro studio, nel 2024, aveva rivelato un aumento di 8 volte della concentrazione di ossidi di alluminio tra il 2016 e il 2022.
Non è solo un problema di inquinamento. Gianluca Masi, astrofisico e responsabile scientifico del Virtual Telescope Project, parlando all'Ansa, dice infatti che la presenza di satelliti «può rappresentare un intralcio significativo alle osservazioni astronomiche, soprattutto in certi momenti della notte e dell'alba». Ma, specifica l'astrofisico, «Questa è ormai la situazione normale».