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Emergenza carceri: a Ivrea detenuti si rifiutano di rientrare in cella e pestano a sangue un compagno

2 mesi fa 5
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Non si calmano le acque nei carceri piemontesi. Ieri, giovedì 22 agosto, è stata una giornata d'inferno nel penitenziario di Ivrea. Alcuni detenuti hanno scavalcato il muro del cortile passeggio, altri si sono rifiutano di rientrare in cella mentre, altri ancora, hanno pestato a sangue un loro compagno. Nel padiglione B del carcere di Torino, invece, i detenuti per protesta non sono rientrati in cella.

I fatti. Due detenuti, sembrerebbe per ottenere il trasferimento in altro carcere, si sono arrampicati  sul muro del cortile del passeggio, chiedendo anche di parlare con l’educatrice di riferimento; mentre un altro gruppo di detenuti al terzo piano ha pestato a sangue un compagno probabilmente per ragioni di 'potere' interne al carcere; l'aggredito è stato ricoverato all’ospedale di Ivrea da dove è stato dimesso nella tarda serata di ieri. Disordini si sono verificati anche al secondo piano dove altri due ristretti si sono azzuffati duramente.
Inoltre, nel reparto isolamento del carcere di Ivrea, altri due detenuti si sono categoricamente rifiutati di rientrare nelle celle. Tali gli eventi critici nel penitenziario eporediese che gli operatori della polizia penitenziaria sono smontati dal servizio solo dopo circa 16 ore di lavoro continuativo.

Ulteriore giornata critica, poi, nella casa circondariale di Torino dove, come già dal precedente 21 agosto anche ieri 22, al padiglione B i detenuti del primo piano si sono rifiutati di rientrare in cella (il 21 agosto solo la 1^ sezione e il 22 agosto la 1^, la 2^ e la 4^ sezione, poi rientrati dopo una trattativa a mezzanotte circa). 
I motivi della protesta sono, a dire dei detenuti, per solidarietà nei confronti di un loro compagno che non sarebbe riuscito ad effettuare una radiografia nonché a causa della presenza di scarafaggi nelle celle.

É quanto comunica l’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) per voce del segretario generale Leo Beneduci. 

"Il Personale di Polizia penitenziaria è in balia degli eventi e nel marasma più totale - aggiunge il sindalista - perché le carceri sono vere e proprie bolge infernali dove il personale rischia la vita ogni giorno.
É inaccettabile che l’amministrazione penitenziaria centrale sia silente a fronte di un dramma di una portata così imponente che vede il personale ormai  allo stremo delle forze affrontare in povertà di mezzi e di organico ogni tipo di emergenza con costanti rischi per la propria tenuta psico-fisica.
Non va, inoltre, sottaciuta la gravissima circostanza- indica ancora il leader dell'OSAPP - che il carcere di Ivrea, da diversi anni è senza un comandante di Reparto titolare e che il personale sia di fatto privo di linee guida costanti, tanto che improvvisa quotidianamente il suo agire nonostante siano in organico nell’amministrazione penitenziaria ed in ambito nazionale ben 127 primi dirigenti e 234 tra dirigenti e dirigenti aggiunti e altrettanto accade presso   il carcere di Torino da alcuni mesi privo di un  comandante di reparto titolare.
Rinnoviamo ancora una volta l’invito al Ministro Nordio - conclude Beneduci - di attivare una urgente indagine sulle modalità di gestione del personale e degli istituti penitenziari adottate presso l'amministrazione penitenziaria centrale, il Dap, invero discutibili  dubbie e disfunzionali per l'intera istituzione e a partire proprio dalla incapacità di individuare costanti responsabili di reparti e carceri se non previe retribuzioni aggiuntive di svariate migliaia di euro mensili solo per alcuni 'eletti'".

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