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Fallimento della Vercarmodel di Beinasco: due ai domiciliari, altri dieci indagati

2 mesi fa 4
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A metà luglio 2024 i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Torino hanno notificato gli arresti domiciliari e l’interdizione per sei mesi dall’esercizio di attività d’impresa e di uffici direttivi di persone giuridiche nonché il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili per un valore complessivo di 2,4 milioni di euro, a due persone. La vicenda è quella del fallimento, dichiarato nel novembre 2020, della Vercarmodel Saro di via Risorgimento a Beinasco, storica azienda attiva nel settore della progettazione e realizzazione di prototipi di veicoli sportivi, che tra l'altro dava lavoro a 120 persone.

"In tale ambito - si spiega in una nota -, gli elementi acquisiti dagli investigatori attraverso accurati accertamenti contabili, documentali e finanziari, hanno consentito di ricostruire la sparizione di ingenti somme di denaro contante e beni di valore (orologi e preziosi), frutto di una strutturata pianificazione distrattiva operata dal titolare della società fallita e dai suoi familiari, con la complicità di due consulenti-professionisti, finalizzata a svuotare progressivamente il patrimonio dell’impresa che versava in stato di difficoltà".

Le stesse persone avrebbero cercato, sempre secondo gli investigatori, "di trasferire fraudolentemente il loro business principale (grazie a uno strumentale contratto di cessione del ramo d’azienda sano della fallita) a una società neocostituita, di fatto tuttavia gestita sempre dall’indagato principale. Successivamente all’intervenuto fallimento, sarebbero poi stati effettuati numerosi e reiterati tentativi di rientrare in possesso dei beni aziendali dalla curatela, anche avvalendosi di prestanome compiacenti che si proponevano per l’affitto o l’acquisto degli immobili e dei beni strumentali oggetto di spossessamento fallimentare".

Nel corso delle indagini, allo scopo di evitarne la possibile dispersione all’estero, i finanzieri hanno anche sottoposto a sequestro un particolare prototipo di suv, ideato e prodotto dall’impresa fallita per il mercato arabo e cinese con materiali e finiture di altissimo pregio, dal valore commerciale stimato dalla stampa specializzata in circa tre milioni di euro. L’automezzo è stato poi messo a disposizione del curatore fallimentare, per consentirne la vendita.

A chiusura dell’operazione sono risultate 12 le persone complessivamente denunciate, in quanto ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

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