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Niente da fare. Anche questa volta il Gran Premio d'Azerbaigian a Baku non si è concesso alla Ferrari. Dal 2017 sono state disputate sette edizioni. Cinque volte il Cavallino è partito dalla pole position, una con Vettel e quattro consecutive con Leclerc, senza mai riuscire a vincere. Ieri, però, oltre a scattare davanti a tutti, Maranello aveva forse la vettura migliore dello schieramento, anche sul passo gara. Ed il boccone da mandare giù diventa è ancora più amaro. Charles, molto deluso in volto, è stato il primo ad ammettere che qualcosa in più si poteva fare. Frédéric Vasseur ha il sorriso stampato sul volto in attesa di costruire lo squadrone dei suoi sogni, ma quando le vicende non vanno come dovrebbero, lo fa capire chiaramente senza accusare nessuno.
Il team principal ha riconosciuto, con più di un pizzico di rimpianto che, sia il team che lo stesso generosissimo pilota, fra i grattacieli ed il Castello asiatico, un tantino in più lo potevano fare. E, visto come sono andati gli affari, si poteva benissimo vincere. Cosa è successo? Semplice. La SF-24 in palla ed il predestinato in gran forma hanno incontrato sulla loro strada un Oscar Piastri sontuoso che non ha sbagliato nulla ed ha corso al 110% nonostante sia stato sottoposto ad una pressione enorme. Il compagno Norris non era nelle vicinanze e l’australiano ha voluto confermare quello che ormai pensano molti nel paddock: il baby canguro è forse il talento più cristallino del Circus dopo Verstappen.
La convergenza delle due direttrici, lucidissima quella anglosassone, un filo appannata quella latina, ha cambiato le forze in campo ribaltando un risultato che questa volta appariva già scritto. Charles è partito forte dalla pole sfruttando il lato pulito della pista e si è involato da solo su un tracciato che adora e di cui conosce tutti i segreti. Tutti i migliori avevano le Pirelli gialle medie che, insieme alla bianche dure, avrebbero consentito una galoppata fino al traguardo. La Rossa andava veramente forte, il monegasco allungava di giro in giro fino ad accumulare quasi sette secondi di vantaggio. Visto come il tandem Leclerc-Ferrari aveva utilizzato le coperture a Monza il discorso era da considerarsi chiuso, il trofeo già in bacheca.
Ma, come due settimane fa la Rossa era riuscita a ribaltare la situazione tirando fuori il coniglio dal cilindro, ieri ci sono riusciti gli uomini di Woking sfruttando un pilotino formidabile. I britannici tentavano un improbabile “undercut” visto il vantaggio dei rivali, ma lo scenario cambiava in fretta.
Il pit stop di Maranello era un po’ più lento, il giro in più di Charles non particolarmente veloce, gli avvii del secondo stint dei due piloti di testa completamente diversi. Il monegasco rodava con calma i pneumatici per farli durare più a lungo visto il vantaggio che aveva. Oscar, invece, faceva una partenza all’arma bianca con il folle target di conquistare la testa. Per fare i conti c’era tempo. Incredibile ma vero, la manovra riusciva.
L’australiano prendeva la scia della SF-24 nel rettilineo più lungo, quello di due chilometri e, con una staccata mozzafiato all’interno, si infilava dove nessuno pensava, sorprendendo anche Leclerc. «Pensavo di poter contrattaccare allo stesso modo, invece è stato impossibile...», ha commentato il ferrarista. «Se non riusciva il piano la Ferrari se ne sarebbe andata, era più veloce di noi», ha replicato il driver della monoposto papaya. Da quel momento il Principino ci ha provato quasi tutti i giri, nello stesso punto, senza riuscirci. Un paio di volte si è affiancato anche all’esterno, ma il giovane talento non si è mai agitato e lo ha accompagnato fuori come un campione consumato.
A cinque giri dal termine, avendo fatto gran parte della corsa in scia, a Charles sono finite le gomme e si sarebbe dovuto arrendere anche a Perez e Sainz che lo avevano raggiunto. I due, per decidere chi dovesse infilzarlo prima, si sono presi a ruotate abbracciandosi con violenza contro le barriere. Il secondo posto di Leclerc era salvo, al terzo saliva Russell con la Mercedes che precedeva l’altra McLaren di Norris partita dalle retrovie ed un irriconoscibile Verstappen con una Red Bull che ormai non va manco a calci.
La squadra austriaca perde dopo quasi tre anni la vetta del Campionato Costruttori, non sembra avere la forza di reagire e già a Singapore fra sei giorni può essere scavalcata anche dalla Ferrari. Mentre il cannibale prova a resistere nella graduatoria riservata ai Piloti, quella delle squadre dà l’impressione di essere un duello McLaren-Ferrari. Brillano le stelle della F2. Un ottimo Colapinto con la Williams ha chiuso ottavo, riportando l’Argentina a punti dopo oltre 40 anni. Bearman con la Haas decimo: il giovane inglese della Ferrari è il primo pilota nella storia della F1 ad andare a punti nelle prime due gare della carriera con due monoposto diverse.