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La Scuderia è euforica, la felicità sprizza spontanea. Ogni membro del team è al settimo cielo, anche il presidente Elkann sale sul palco del podio dove ben tre ferraristi avevano da poco spruzzato champagne. Il Principino aveva un volto mai visto. Un mix di gioia immensa e commozione profonda perché, come ha candidamente ammesso, nei giri finali a rivissuto il film della sua vita caratterizzata da imprese spettacolari, ma anche da lutti dolorosi: «Che dire, non ci sono parole. Ho dimenticato anche di saper parlare italiano... Si è realizzato un sogno che avevo da bambino: vincere il gran premio di casa con la Ferrari. Un momento che ho atteso per lungo tempo e che temevo non arrivasse mai».
Charles parla brevemente della corsa, un racconto che passa in secondo piano in un frangente tanto intenso: «Correre sarebbe stata la cosa più facile, ma ognuno di noi doveva fare il proprio lavoro e il mio compito era portare la Ferrari in testa al traguardo. Ci siamo riusciti. Tutti hanno fatto il massimo, la monoposto era straordinaria anche se l’abbiamo sfruttata poco. L’incidente al via ha reso più complessa la situazione, tutti hanno puntato ad una gara senza soste perché qui è unitile essere velocissimi se non sei davanti. E avanti c’eravamo noi. Ho faticato molto a tenere il ritmo che mi suggerivano ai box, non perché temessi gli attacchi di Oscar, ma perché non è facile andare piano...».
Poi Leclerc racconta emozioni meno tecniche, ma più sentite, che vengono dal cuore: «Gli ultimi venti giri è stato difficile mantenere la concentrazione. Il ritmo non indiavolato, il terrore che succedesse qualcosa e poi qui a casa, con un traguardo tanto importante ad un passo, non sono riuscito a trattenere le lacrime pensando a persone a me carissime con le quali sono cresciuto. Il primo pensiero è stato per papà, lui non c’è più, ma se non avesse fatto tutto quello che ha fatto per me, adesso non sarei qui. E poi Jules, lui era come un fratello più grande e non c’è più neanche lui». I grandi festeggiamenti sono proseguiti in acqua, con Fred Vasseur che si è gettato nel porto invitato dallo stesso Leclerc.
Il Team Principal aveva partecipato alla cerimonia del podio e cercato di spiegare la situazione del mondiale: «È stato un weekend perfetto, molto importante per Charles. Sapevamo quanto ci teneva a vincere a casa davanti al suo pubblico. Ed altre volte era andata male. La corsa è sempre difficile, possono capitare mille cose. La vittoria non è mai in tasca, neanche se parti dalla pole. Lui è stato perfetto, ci chiedeva spesso se poteva andare un po’ di più, ma si è sempre attenuto a quello che dicevano gli ingegneri». Anche nel pieno dei festeggiamenti il capo ha sempre l’obbligo di guardare avanti anche perché ora i punti di ritardo dal campione del mondo sono solo 31: «Non voglio pensarci, i ragazzi devono lavorare per il Canada, è lì che ora dobbiamo far bene. Mancano ancora 16 gare alla fine della stagione, per preoccuparsi del Campionato c’è tempo».
Chiude Carlos che già dal sabato si era messo a completa disposizione del compagno per aiutarlo a vincere su una pista dove i giochi di squadra possono essere decisivi: «La prima partenza è stata al limite, ero finito fuori e sono stato fortunato di rientrare in gioco. Abbiamo fatto quello che serviva, sono particolarmente contento di veder vincere Charles. So quanto ci teneva e una giornata come questa se la meritava».