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Ferrari la monoposto più in forma, la McLaren non potrà più usare l'ala magica di Baku

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A sette gare dalla fine, il Mondiale s’infiamma. Iniziata come l’ennesima stagione monopolizzata Red Bull, lo scenario è totalmente cambiato e recentemente è diventato un fatto privato fra Ferrari e McLaren. Con quest’ultima in grado di conquistare la vetta del Campionato Costruttori e i suoi giovani piloti determinati a togliere da sotto il naso il poker consecutivo di titoli Piloti al cannibale Verstappen. L’impresa individuale, in realtà, è difficile da portare a termine, ma viste le attuali performance della monoposto britannica e di quella austriaca nulla è da escludere. Proprio la Ferrari ride sotto i baffi perché una settimana fa a Baku è apparsa la SF-24 la monoposto migliore nonostante il Trofeo sia finito nella bacheca del giovane Piastri.

Come Maranello sia riuscito a perdere il Gran Premio d'Azerbaigian resta un mezzo mistero ed i due giri in cui un tipo tosto come Leclerc è riuscito a bruciare i sei secondi di vantaggio sono stati analizzati metro per metro. Un fatto inspiegabile che però fa sognare in proiezione futura. Nonostante la Rossa avesse un paio di decimi di margine, la McLaren è stata richiamata dalla Fia e non potrà più usare quell’ala mobile “flettente” che ha consentito all’australiano di impedire a Charles il controsorpasso nel rettilineo lungo oltre due chilometri della pista asiatica. Gli sceriffi Federali sembrano aver agito dopo che la Red Bull ha presentato loro le immagini dell’ala in velocità con il profilo mobile dell’alettone posteriore che si stacca dal resto prima di aprire il DRS.

Performance e punti conquistati non si toccano, perché le vetture papaya hanno superato a Baku tutte le verifiche a cui sono state sottoposte, ma il team è stato invitato a modificare il particolare prima di montarlo di nuovo in macchina.

L’intervento non riguarda Singapore che è una pista ad alto carico, l’opposto dell'Azerbaigian, ma gli inglesi dovranno intervenire rinunciando a parte del vantaggio a Las Vegas dove la penetrazione aerodinamica è una priorità. Il colpo, per il momento, è più psicologico che reale, ma tutto conta quando la battaglia è sul filo dei millesimi di secondo come nell’attuale F1.

Ieri ci sono state le prove libere i cui risultati devono essere sempre presi con le molle, ma non sarà un caso che al vertice si sono alternati Leclerc e Norris, quindi Maranello e Woking. I due piloti hanno chiuso la partita in parità ma non per essere stati in testa una volta ciascuno, quanto perché hanno chiuso entrambe le volte affiancati. Nel pomeriggio il Principino ha rifilato 76 millesimi a Lando che in serata gli ha reso la pariglia per 58 millesimi. Sempre dello stesso decimo di secondo insomma. Tutti gli altri sono staccati di quasi sette decimi, con i compagni Sainz e Piastri che hanno messo a panino un sorprendente Tsunoda.

Benino le Mercedes, ma senza graffiare (Russell settimo, Hamilton undicesimo), mentre al buio totale la RB e, soprattutto, super Max: Perez ottavo, il fenomeno soltanto sedicesimo. Piove sul bagnato per l’Olandese volante. Il figlio d’arte non riesce più a dominare e, mettendo a soqquadro la sua Red Bull, rischia di essere sopravanzato anche dal compagno al quale, in condizione normali, dava distacchi con la clessidra. L’orange sembra che sia stato il primo ad incappare nelle norme di educazione volute dal presidente federale Ben Sulayem perché ha definito il suo bolide con una parolaccia.

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