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Gerardina Trovato in lacrime dalla Toffanin: "Paralizzata per 8 mesi, finita alla Caritas". Chi l'ha salvata

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Una ricostruzione straziante e commovente, quella di Gerardina Trovato. La cantante siciliana, diventata famosissima negli Anni 90 grazie alle sue apparizioni al Festival di Sanremo e alla sua riconoscibilissima voce (seconda nel 1993 tra le nuove proposte con Ma non ho più la mia città, forse il suo brano più famoso, e quarta tra i big all'Ariston l'anno successivo con Non è un film) si commuove in studio a Verissimo, ospite di Silvia Toffanin nel salotto di Canale 5, parlando della sua vita tormentata e dei problemi che l'hanno portata a lasciare la musica e "sparire" letteralmente per anni.    

"Io sono felice di aver trovato il coraggio di risalire", esordisce senza paura di mostrare le sue fragilità, a 57 anni. "La maggior parte dei medici quando sentono la parola 'artista', soprattutto se di successo, pensano immediatamente che faccia uso di sostanze, che abbia problematiche di mente o altri problemi. Io all'uscita del mio secondo disco dissi al mio medico 'farà successo in tutto il mondo', e il dottore ha detto che soffrivo di 'mania di onnipotenza'. Da lì mi ha inondato di farmaci, che non erano ansiolitici, nemmeno so cosa erano, dicendo che soffrivo di bipolarismo che io invece non ho".

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Fu l'inizio di una via Crucis: "Mi aveva riempito di farmaci. Una mattina ho cercato di scendere dal letto, ma non ce la facevo. Sono caduta per terra e sono rimasta lì, mi ha sollevato la mia domestica e da quel momento sono rimasta nel letto, paralizzata per otto mesi, muovevo solo il collo". 

"Non ho detto niente a mio padre e mia madre per un anno. Accanto a me avevo la domestica, la mia migliore amica, poi la sera mi davano una tazza di latte, io non riuscivo più nemmeno a parlare al telefono. Poi ho avuto acidosi al fegato, perché prendevo una tazza di latte e basta ogni sera. Sono andata in ospedale. Uno psichiatra mi ha visitata, mi chiedeva che cosa stessi prendendo, ma io non lo sapevo. Mi ha dato una nuova cura da continuare a casa e mi ha riportato in piedi". 

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Quindi il rapporto conflittuale con la madre: "Io l'ho sempre spronata ad avere la sua identità. Il problema di mia mamma è che lei non ha mai vissuto veramente, nella vecchiaia ha avuto due tumori: ha vissuto metà vita come moglie di e l'altra metà come mamma di, lei se ne è andata infelice". "Non sono riuscita a dirlo quando sono andata da Barbara D'Urso perché era già malata, e le si era messo un avvocato attorno, e lui ha chiamato la D'Urso perché diceva che mi aveva sempre aiutato - ricorda ancora l'artista siciliana -. E' vero che mia madre mi ha sempre aiutato, ma non l'ho potuto dire, perché avevo capito male che altrimenti sarebbe arrivato lì l'avvocato. Ma se l'avessi detto lei sarebbe morta felice".

La morte della madre, da un certo punto di vista, l'ha salvata: "Ho ereditato tutto, ero finita alla Caritas, che mi ha salvato. Oggi ho un bellissimo appartamento". "Mentalmente come va? - le chiede la Toffanin - Mi sembra bene". "Bene, benissimo. Nel 2008 ho avuto una piccola ricaduta perché mi è successo qualcosa troppo forte, ma poi è sparita da sola. Voglio ringraziare Nek che mi sta aiutando sempre, salutare Renato Zero che spero di cantare mano nella mano con lui la canzone Eh già. Poi spero di poter cantare Il Cammino con Eros Ramazzotti".

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