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Germania, l?Europa secondo Merz: il formato di Weimar con Francia e Polonia. L?avviso a Washington e l?invito a Netanyahu

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L’unità e l’indipendenza dell’Europa dagli Stati Uniti sono l’obiettivo del futuro governo tedesco guidato dal leader della Cdu, Friedrich Merz. Più atlantista di Trump, per la sua storia personale, Merz ha le carte in regola per dare lezioni di solidarietà transatlantica al presidente Usa, che sembra invece aver scelto di puntare tutto sull’Asia e sul Pacifico e disimpegnare gli americani dal puzzle caotico del vecchio continente minacciato dalla Russia di Putin.

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All’indomani del voto che lo ha incoronato come papabile nuovo cancelliere tedesco, Merz lancia messaggi soprattutto agli americani e a The Donald. «La mia assoluta priorità – dice - sarà quella di rafforzare l’Europa il più velocemente possibile, in modo da poter raggiungere passo dopo passo l’indipendenza dagli Stati Uniti». Aggiunge che proprio lui non avrebbe mai creduto di «dover dire pubblicamente una cosa del genere, ma dopo le ultime dichiarazioni di Trump è chiaro che gli americani, o almeno questa parte degli americani, quest’amministrazione, sono sostanzialmente indifferenti al destino dell’Europa». E non c’è alternativa.

La Germania di Merz vuole riconquistare il ruolo che le spetta come prima economia della Ue, e riafferrare il timone dei Ventisette dopo troppi anni di leadership grigia, facendo asse con Francia e Polonia, con lo storico alleato e con il Paese più importante dell’Europa dell’Est, la prima linea verso la Russia. Ovvio che l’indifferenza degli Stati Uniti trumpiani getta ombre anche sul futuro della Nato. Un’alleanza che rischia di esaurirsi. «Sono molto curioso – confessa il vincitore delle elezioni tedesche – di vedere come arriveremo al summit della Nato di fine giugno, se staremo ancora parlando della Nato nella sua forma attuale o se saremo costretti a costruire in tutta fretta una capacità di difesa autonoma europea».

INTERFERENZE
Va pure oltre, il leader Cdu che non dimentica lo spregiudicato sostegno pubblicamente espresso da Elon Musk all’ultradestra avversaria dell’Afd. «Basta guardare i recenti interventi di Musk nella campagna elettorale, qualcosa di mai successo. Le interferenze di Washington non sono state meno eclatanti e drastiche e in definitiva meno oltraggiose di quelle che abbiamo visto da parte di Mosca». Un’accusa che più dura non potrebbe essere. «Siamo – insiste – sotto una pressione così massiccia da entrambi i lati, che la mia vera e assoluta priorità adesso è quella di creare l’unità dell’Europa». Solo coesa, infatti, l’Europa potrà avere la forza di contrapporsi da un lato alla Russia e dall’altro alla politica debordante di Trump. La cartina di tornasole dei rapporti transatlantici è rappresentata dall’Ucraina. «Non so quale sarà la posizione russa nelle prossime settimane e mesi. La mia impressione è che Russia e America troveranno un’intesa sulla testa dell’Ucraina e quindi della nostra. Questo è inaccettabile».

Ma per riconquistare un ruolo in Europa e far sì che la Ue sia forte, Merz ha bisogno – per dirla con l’ex ambasciatore in Germania e già segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, oggi presidente dello Iai – di Parigi e Varsavia. «Per quanto fragile, la Francia per il futuro cancelliere resta una sponda importante per i tanti interessi comuni, sulla scia di una cooperazione da rivitalizzare, non da archiviare, tra l’altro in materia di difesa, mentre il rapporto con la Polonia sarà coltivato con una attenzione rinnovata all’interno del triangolo di Weimar. Il che non esclude di allargare opportunamente il formato a sud, con l’Italia». Ma c’è un ma. La Germania ha tutti i numeri per riprendere la guida della Ue, insieme alla Francia, ai Nordici (Scandinavia e Baltici) e all’Italia sul fronte sud, tuttavia le manca uno strumento fondamentale: l’arma nucleare. Fonti della Difesa citate dai media britannici suggeriscono che il Regno Unito potrebbe aiutare la Germania offrendole la protezione nucleare che le manca. «Il deterrente nucleare indipendente della Gran Bretagna esiste per prevenire le minacce più estreme alla nostra sicurezza nazionale e a quella dei nostri alleati Nato», spiega un portavoce. «Resteremo volutamente vaghi su quando, come e a quale livello considereremmo di usare le armi nucleari». Merz sembra più deciso del predecessore socialdemocratico Scholz nell’inviare all’Ucraina i missili Taurus e usarli anche in territorio russo, se necessario. «Spero che gli americani capiscano l’importanza dei buoni rapporti transatlantici», conclude Merz.

Riferimento fondamentale della nuova politica europea di Merz e della Germania è la Parigi di Macron, non per qualche relazione speciale fra i due leader, ma per la necessità di recuperare la forza trainante dell’asse con Parigi, che a sua volta è pronta a mettere a disposizione di Berlino il suo ombrello nucleare.

L’INVITO A BIBI
Infine, netta è la presa di posizione di Merz, anche questa in sintonia con la sensibilità “occidentale”, a favore di Israele. Una delle sue prime uscite è infatti l’invito al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a visitare la Germania. A dispetto del mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale. I magistrati dell’Aja prendono un altro schiaffo da un grande Paese, tra i firmatari del Trattato istitutivo della Cpi. In questo, l’allineamento con l’America di Trump è nelle parole. Nei fatti, però, Merz non arriva a considerare realistico il piano di Donald sullo svuotamento di Gaza e la ricostruzione come se fosse un “sito in demolizione” sul quale edificare una sorte di mega-resort sul Mediterraneo. Forse qualche residuo almeno in Medio Oriente resta dell’alleanza formidabile tra europei e Usa che ha garantito la stabilità dell’Europa, del Mediterraneo (e del mondo) fino a ieri. A Gerusalemme.

Marco Ventura

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