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“Giù le mani da Bari”, in migliaia per dire alla mafia. Decaro: “Nessuno ci può ricattare”

9 mesi fa 11
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L’abbraccio di Bari al suo sindaco. L’abbraccio di una folla proveniente da una regione intera per sostenere quel primo cittadino che, da anni, è il simbolo della lotta alla mafia. In piazza, nella manifestazione “Giù le mani da Bari” sono migliaia. Un’iniziativa spontanea, con l’hashtag #iostocondecaro, nata nel segno della solidarietà ad Antonio Decaro dopo la decisione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di nominare una commissione d’accesso. Caldeggiata dai parlamentari pugliesi di centrodestra, dovrà valutare l’eventuale esistenza di condizionamenti mafiosi nel consiglio comunale.

«È una risposta meravigliosa a chi pensa di utilizzare la città per la propria campagna elettorale ed è soprattutto una risposta a chi dice che Bari è sotto il ricatto della mafia». Queste le prime parole del sindaco, al suo arrivo. Al suo fianco c’è il Pd pugliese, la Cgil, Libera, Avviso Pubblico, tantissime associazioni, cittadini e studenti. Spiccano le fasce tricolore, in solidarietà al primo cittadino che è anche presidente dell’Anci. E poi cori e striscioni. «Non ci facciamo ricattare più da nessuno, né dalla mafia né dai politici perché la città negli ultimi 20 anni è diventata migliore. Si è rialzata, è cresciuta, ha recuperato la sua dignità, oggi è orgogliosa di essere ciò che è diventata».

Tra la folla c’è la società civile che non accetta che il territorio sia infangato. Decaro attacca: «Quello che stanno cercando di farci è una vergogna senza confini, non si calpesta una città perché si ha paura di perdere una campagna elettorale che perdono da 20 anni».

I baci, gli abbracci, la commozione. La dichiarazione d’amore per Bari. «Siamo innamorati di questa città e la difenderemo, io fino all'ultimo giorno in cui sarò sindaco. Cari onorevoli, potrete anche sciogliere il consiglio comunale, ma non sciogliete mai il legame che ci unisce in questa piazza».

La decisione del Viminale della commissione è stata presa dopo i 130 arresti delle ultime settimane che hanno rivelato un presunto sistema di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali del 2019 e dopo che la magistratura per l’Amtab, la municipalizzata dei trasporti, ha disposto l’amministrazione giudiziaria per l’infiltrazione dei clan.

In piazza del Ferrarese c’è anche il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano. Parla di «giornata di festa», volgendo lo sguardo ai pullman arrivati da Lecce, Taranto, Brindisi, Foggia. La mobilitazione è occasione per raccontare quello che la Puglia è diventata negli ultimi due decenni. «Andremo in fondo a questa storia, la chiariremo e continueremo il nostro cammino».

Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, difende il collega Decaro: «Siamo qui per l'onestà di una persona per bene». Poi si rammarica per una città «svilita, offesa da questa ricostruzione civile e morale». È stato tutto questo, secondo lui, a innescare quella che definisce una «reazione di popolo».

La Cgil si schiera a difesa delle istituzioni democratiche, in questi giorni sotto attacco. «Un conto è l’azione della magistratura, che è in corso, un altro è l’azione politica che si sta determinando in maniera evidente rispetto alle scelte che il governo sta facendo».

In questa autoconvocazione popolare sono in tantissimi. C’è anche l’intellettuale Luciano Canfora, professore emerito dell’Università Aldo Moro di Bari: «È una giornata memorabile, sarà l'inizio della vittoria».

La manifestazione è arrivata nelle ore in cui Decaro ha inviato una circolare interna all’apparato amministrativo cittadino, con l’invito a fornire incondizionata collaborazione alla commissione. Intanto ufficializzati i nomi dei commissari che si occuperanno del caso Bari: sono Claudio Sammartino, già prefetto di Taranto, Antonio Giannelli, viceprefetto, ed il maggiore Pio Giuseppe Stola, ufficiale della Guardia di Finanza. Saranno loro a verificare se ci sono i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

«Noi – spiega il segretario del Pd pugliese, Domenico De Santis - non stiamo manifestando contro qualcuno, ma per difendere la città, il lavoro fatto in questi anni per combattere la mafia, le migliaia di imprese che hanno investito a Bari perché la ritengono una città straordinaria dove si può fare impresa liberamente e costruire migliaia di posti di lavoro».

La manifestazione si conclude, Decaro chiude il suo intervento: «Grazie Bari, evviva le istituzioni sane del nostro Paese». Subito l’abbraccio con il presidente pugliese e il grande applauso di chi ha

scelto di esserci. Sta per finire, ma Emiliano prende il microfono e intona una tarantella. Non una qualsiasi, ma l’inno che appartiene alla tradizione popolare barese. Parte la musica, sventolano gli striscioni, la gente cerca Decaro. Il suo sindaco. Ma, oggi più che mai, è il sindaco di tutti.

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