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Golden Globes: importanti vittorie per Emilia Perez e The Brutalist. E ora si aspettano le candidature agli Oscar

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Senza un titolo in grado di dominare davvero come era successo l’anno scorso con Oppenheimer di Christopher Nolan, quest’anno i Golden Globes hanno assegnato premi un po’ a tutti, in modo ecumenico, dimostrando ancora una volta di essere un’occasione festosa più che competitiva. Se è vero che pochi artisti prendono questi premi sul serio dal punto di vista artistico, è però indubbio che abbiano il ruolo di pronostici rispetto ai futuri vincitori degli Oscar. È con questa ottica che bisogna quindi guardare alle vittorie di questa edizione, ancora di più visto che la corsa alla statuetta più prestigiosa è più che mai aperta.

Emilia Pérez, il musical in lingua spagnola diretto da Jacques Audiard sul boss di un cartello messicano che diventa donna partiva già favorito con 14 candidature e non ha deluso. Alla fine ha portato a casa quattro Globes importanti, più di qualsiasi altro film: miglior film musical o commedia, miglior film in lingua non inglese, migliore non protagonista con Zoe Saldaña e migliore canzone con El Mal. L’altro vincitore della serata è stato The Brutalist, epopea storica su un architetto sopravvissuto alla Shoah: miglior film drammatico, miglior protagonista Adrien Brody, migliore regista Brady Corbet. Tre successi importanti che lo lanciano di diritto tra i favoriti agli Oscar.

Peter Straughan ha ritirato il trofeo per la sua sceneggiatura di Conclave. Demi Moore ha vinto il suo primo Globe come migliore attrice in una commedia o in un musical per il film The Substance. Il colossal Wicked con Ariana Grande e Cynthia Erivo ha vinto nella categoria che premia i successi al botteghino: con i suoi più di 680 milioni di dollari è un premio più che meritato, difficile da contestare. Fernanda Torres ha vinto il premio come migliore attrice per I'm Still Here, battendo la favorita Angelina Jolie che in Maria interpreta una sofferente Maria Callas e anche la veterana Nicole Kidman per Babygirl: se c’è stata una vera sorpresa, è stata questa.

Per quando riguarda la televisione il favorito Shogun ha avuto una grande serata, vincendo il premio come miglior serie TV, miglior attore Hiroyuki Sanada, migliore attrice Anna Sawai e miglior attore non protagonista Tadanobu Asano autore anche di uno dei discorsi più apprezzati e umili di sempre, iniziato con queste parole: «Forse la gente non mi conosce. Sono un attore giapponese», detto da chi aveva battuto attori del calibro di Javier Bardem, Harrison Ford, Jack Lowden ses, Diego Luna ed Ebon Moss-Bachrach.

La giapponese Anna Sawai, miglior attrice nella serie televisiva "Shogun"

 (afp)

Hacks ha vinto come miglior commedia televisiva e la sua protagonista Jean Smart ha vinto come migliore attrice comica. Jessica Gunning di Baby Rendeer ha vinto come migliore non protagonista in una serie tv, Jeremy Allen White – assente perchè sul set del biopic su Bruce Springsteen – ha vinto come miglior attore in una serie televisiva, musical o commedia per "The Bear, Colin Farrell ha vinto come miglior attore in una miniserie televisiva, per Il Pinguino. Jodie Foster ha vinto come migliore attrice in una miniserie televisiva per True Detective: Night Country. Kieran Culkin che l’anno scorso aveva vinto per la serie televisiva Succession, quest’anno ha vinto come miglior attore non protagonista in un lungometraggio per la sua interpretazione in A Real Pain – scritto e diretto da Jesse Eisenberg - di Benji, un ragazzo ebreo ribelle e carismatico che decide di andare a visitare in Polonia il paese natale della nonna, morta durante l'Olocausto. In passato, gli elettori dei Globe erano ansiosi di inserire nuovi programmi televisivi nella mappa dei premi. Non questa volta. I trofei di domenica sera sono andati in gran parte a serie collaudate, con nuovi arrivati come Black Doves, The Day of the Jackal, Disclaimer e Nobody Wants This restati a mani vuote.

A condurre la serata su toni molto leggeri ci ha pensato la comica Nikki Glaser: famosa per essere molto pungente e irrispettosa, in realtà si è tenuta lontana da temi molto caldi e controversi come ad esempio la recente diatriba con annesso scandalo e accuse diffamatorie tra Blake Lively e il regista e co-protagonista del suo ultimo film It ends with us – Siamo noi a dire basta. Justin Baldoni con cui c’è in atto una terribile guerra legale. In compenso Glaser ha deciso di giocare sul sicuro aprendo la serata con una battuta forse prevedibile, ma anche azzeccata, visto la magrezza delle attrici: «Benvenuti alla più importante serata dell’Ozempic».

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