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Governo: Siracusano (Fi), 'avanti con taglio tasse, riforma giustizia e premierato'

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Roma, 31 dic. (Adnkronos) - “Il taglio della pressione fiscale è un obiettivo comune della coalizione di governo. In tanti negli scorsi anni parlavano di taglio del costo del lavoro, solo il centrodestra ha limato sensibilmente il cuneo fiscale mettendo più soldi nelle tasche degli italiani. Così come abbiamo iniziato ad introdurre gradualmente la flat tax per supportare i lavoratori autonomi”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia, in un'intervista a 'L'identità'. “Il taglio del secondo scaglione Irpef al 33%, in modo particolare per Forza Italia, resta un obiettivo chiave per procedere su questa strada. L'Italia è uno dei Paesi al mondo con la più alta e invasiva pressione fiscale: noi vogliamo che le tasse vengano pagate da tutti, ma che il fisco sia equo e sostenibile per le famiglie, per i lavoratori e per le imprese”.

“La riforma della giustizia - con misure chiave come la separazione delle carriere - non può più attendere. In questi anni, grazie a Forza Italia e all'azione del ministro Nordio a via Arenula, sono stati fatti importanti passi in avanti, diffondendo la cultura del garantismo e archiviando la buia stagione giustizialista grillina, ma c'è ancora moltissimo da fare. Separare le carriere, tra magistratura inquirente e giudicante, è una priorità per avere una giustizia più giusta, con maggiori garanzie per l'imputato, definendo meglio diritti e doveri delle parti durante un processo. Occorrerà intervenire anche sulla carcerazione preventiva, strumento estremamente abusato con casi clamorosi di malagiustizia, e a mio avviso bisognerà anche andare verso la responsabilità civile dei magistrati. In Italia un medico, un ingegnere, un architetto, un qualsiasi professionista, se sbaglia paga, un magistrato no: una circostanza quanto meno curiosa".

Sul premierato, infine, "andremo avanti con determinazione. Il ministro Casellati sta facendo un lavoro straordinario per regalare al Paese un nuovo assetto istituzionale, con l'elezione diretta del presidente del Consiglio, che dia chiarezza e stabilità: stop ai governi nati in Parlamento senza alcun mandato popolare, chi vince governa - se ne è capace - per 5 anni e poi verrà giudicano nelle urne”.

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