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Grande Torino, in un libro la storia alternativa: "E se Gabetto fosse tornato a casa in treno?"

4 mesi fa 6
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Cosa sarebbe stato se Guglielmo Gabetto, attaccante del Grande Torino, non si fosse imbarcato sull'aereo che il 4 maggio del 1949 si schiantò a Superga? A domandarselo è stato il figlio Sergio che insieme a Orazio Di Mauro ha scritto una storia distopica nella quale uno degli 'invicibili' tornerà da Lisbona in treno e così si salverà dalla tragedia e rincaserà in via Priocca 10 a Torino. Dove Guglielmo Gabetto viveva insieme alla famiglia. Questa realtà alternativa è immaginata nel libro 'E se un angelo a Lisbona...' edito da Neos Edizioni e scritto da Sergio Gabetto e Orazio Di Mauro. 

"Io sono nato qua al primo piano e ho passato qui i primi anni della mia vita, così come mio padre che ogni giorno prendeva il tram 9 per andare ad allenarsi allo stadio. Purtroppo avevo solo 20 mesi quando è mancato", racconta Sergio Gabetto che in una foto d'epoca del giornale 'Oggi' viene ritratto insieme al padre. "Il libro parte da una distopia in cui si immagina che, invece di prendere l'aereo fatidico, fanno il viaggio in treno e arrivano a Torino quando tutta la città è convinta che fossero morti", spiega Orazio Di Mauro, autore del libro 'E se un angelo a Lisbona...', "Quando arriva nella casa c'è l'incontro tra un presunto morto e la famiglia". 

I due così immaginano che Gabetto quando si trova ancora a Lisbona venga messo in allerta e convinto a non prendere quello sciagurato volo aereo. Pagine che mescolano, con intelligenza, ironia e commozione, l’impossibile e il probabile, la realtà e l’immaginazione, e che invitano a riflettere sulle sliding doors delle nostre vite, sull’aleatorietà delle scelte che ciascuno di noi opera, capaci di indirizzare una vita in un verso piuttosto che un altro. 

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