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Tempesta dazi sul mercati. Dopo che il presidente statunitense, Donald Trump, ha confermato l'entrata in vigore di imposte indirette del 25% sui prodotti importati da Messico e Canada e quelle aggiuntive del 10% (per un totale del 20%) sui prodotti cinesi, la reazione di Pechino - e non solo - non si è fatta attendere.
La Cina ha risposto con dazi addizionali, fino al 15%, su alcuni prodotti statunitensi; il Canada ha annunciato che, a sua volta, imporrà dazi del 25% sui prodotti statunitensi.
Il Messico, che ha accusato Trump di aver dato inizio a una «battaglia commerciale globale», annuncerà dazi contro gli Stati Uniti domenica prossima.
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Dazi e crollo dei mercati, cosa sta succedendo
La situazione ha innescato una massiccia svendita a Wall Street che affonda con lo S&P 500 che brucia i guadagni accumulati dall'elezione del 5 novembre mandando in fumo complessivamente 3.400 miliardi di dollari. Il Dow Jones perde l'1,26% a 42.634,21 punti, il Nasdaq cede l'1,06% a 18.154,69 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,14% a 5.782,64 punti.
Ora, secondo i trader, la Fed sarà costretta a tre tagli dei tassi di interesse da un quarto di punto, quest'anno, per contrastare l'impatto dei dazi sulla crescita economica globale.
La situazione in Europa
In Europa soffrono i titoli più esposti all'export verso gli Usa a partire dalle auto, gli energetici e le banche, i cui forti cali pesano su Piazza Affari, che peggiora ancora a fine mattinata e cede il 3% in una giornata nera anche per le altre Borse europee: Francoforte cede il 2,5%, Madrid il 2,3%, Parigi l'1,6% e Londra lo 0,6%. A guidare le vendite sul listino milanese sono Stellantis (-8,6%), Iveco (-5,6%), Stm (-5,4%) e Unicredit (-4,9%). L'allarme è in tutto il mondo.
La "guerra" Usa-Cina
La Cina ha assicurato di voler combattere fino in fondo se gli Usa decideranno di spingere per una guerra commerciale. «Se gli Stati Uniti persistono nel condurre una guerra tariffaria, una guerra commerciale o qualsiasi altro tipo di guerra, la parte cinese li combatterà fino in fondo, fino a una amara conclusione», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, nel briefing quotidiano.
La Cina ha reagito rapidamente alle nuove tariffe americane, annunciando rialzi tra il 10 e il 15% dei dazi sulle importazioni che coprono una gamma di prodotti agricoli e alimentari statunitensi e sottoponendo 25 aziende Usa a restrizioni su export e investimenti, con l'inserimento nella lista nera del commercio.
La tariffa aggiuntiva del 10% voluta dal presidente Donald Trump su tutto il made in China è entrata in vigore alle 13:01 locali (6:01 in Italia), portando la pressione al 20%, considerando il 10% applicato a inizio febbraio, a sommarsi alle imposte preesistenti su migliaia di beni cinesi. Il tycoon ha accusato Pechino, che fornisce le sostanze chimiche utilizzate nella produzione della droga sintetica fentanyl, all'origine di una grave sociale negli Usa, di non fare abbastanza per reprimere il narcotraffico. La Repubblica popolare, in base a quanto riferito dla ministero delle Finanze, imporrà un'ulteriore tariffa del 15% su pollo, grano, mais e cotone americani e un'ulteriore imposta del 10% su soia, sorgo, grano, maiale, manzo, prodotti ittici, frutta, verdura e latticini importati dagli Stati Uniti a partire dal 10 marzo.
La reazione di Pechino punta a mostrare determinazione e a rilanciare la fiducia a dispetto delle pressioni di Trump, mentre la leadership cinese si appresta ad aprire la seduta annuale del parlamento mardarino nel mezzo di una crisi economica che ha mostrato alcuni segnali di ripresa. «Le misure tariffarie unilaterali degli Stati Uniti violano gravemente le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e minano le basi per la cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti», ha affermato il ministero del Commercio cinese in una dichiarazione separata.
La situazione in Italia
Come tutte le Borse europee che si muovono in un clima cupo e guardano all'impatto dei dazi decisi da Donald Trump, in forte calo anche Milano (-3,5%). I listini sono appesantiti dal comparto dell'energia (-4%), con il petrolio che scivola. Il Sti scende dell'1,5% a 67,31 dollari al barile e il Brent a 70,24 dollari (-1,9%). Tra i comparti azionari male anche i tecnologici (-3%) e le auto (-5%). Scivolano le banche (-3,2%), con le previsioni di ulteriore tagli ai tassi d'interesse e i rischi per la crescita economica. A Piazza Affari raffica di vendite per Stellantis (-10%), Iveco (-8%) e Stm (-6%). Male anche Pirelli (-5,6%), Tenaris (-5,3%) e Tim (-5,2%). Tra le banche soffre Unicredit (-5%). Male anche Bper (-4,8%). In controtendenza Inwit (+2,9%). Sale anche Snam (+1,9%) e Terna (+1,2%).