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Guerra in Ucraina, come sarà la prossima fase? L'offensiva estiva di Putin, i nuovi obiettivi (e come potrà difendersi Kiev )

6 mesi fa 4
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Poco dopo lo scoccare del secondo anno di guerra, nel febbraio scorso, l’Ucraina ha iniziato a vivere forse la fase più complicata del conflitto contro la Russia. La disparità numerica delle forze in campo ha infatti permesso all’esercito del Cremlino di resistere alla controffensiva dello scorso anno e, adesso, di ricominciare a guadagnare terreno. Aspetti su cui ha influito il rallentamento degli aiuti militari occidentali a Zelensky, frutto anche di un’ondata di elezioni presidenziali che ha interessato e sta interessando le potenze della Nato.

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Con l’ultima ondata degli arruolamenti, Mosca è riuscita a mettere in difficoltà l’Ucraina su tutta la linea del fronte, spingendo da est verso ovest. Un’offensiva concreta anche se ancora lenta, che però servirebbe a gettare le basi per una nuova e massiccia campagna d’estate. Gli obiettivi non sono ovviamente dichiarati dalla Difesa russa, ma gli analisti sono concordi nel ritenere che gli sforzi saranno convogliati essenzialmente verso due obiettivi: le città di Chasiv Yar nel Donetsk – che è già in prima linea e potrebbe addirittura cadere prima dell'estate – e di Kupiansk, una sorta di “porta” verso Kharkiv.

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Gli obiettivi

Chasiv Yar si trova a nemmeno dieci chilometri da Bakhmut, caduta nelle mani russe nel maggio del 2023. La città, che nel frattempo è stata abbandonata da tutti gli abitanti, è altamente strategica, sia perché – essendo in altura – permette una visuale dominante sulle zone circostanti, e poi perché è collegata a Kramatorsk e Slovyansk, altri tasselli del disegno di Mosca di conquistare tutta la regione del Donetsk.

Vinte queste battaglie, l’idea di Mosca è di prendersi una pausa per poi attaccare ancora più in forze. «La Russia ha bisogno di rifiatare, ma non rinuncerà certo alla guerra – ha detto a Newsweek Pavel Luzin, analista militare russo – Il Cremlino è interessato solo a un cessate il fuoco temporaneo, non a una pace duratura». «Perché a oggi Putin vuole avere almeno Donetsk e Luhansk – ha proseguito – ma il problema è che rivendica come territorio della Grande Madre anche le regioni di Kherson e Zaporizhzhia».

In cielo

Se la campagna via terra sembra al momento far pendere la bilancia dalla parte di Mosca, diverso è il discorso nei cieli e nei mari. Intanto perché Kiev continuerà con le sortite dei propri droni all’interno dei confini russi. E benché la cosa non piaccia troppo agli Stati Uniti, preoccupati dall’escalation, è indubbio che la mossa serva a destabilizzare l’esercito dello zar, che ora deve preoccuparsi anche della difesa domestica.

E presto Kiev riceverà anche i sistemi missilistici americani Atacms a lungo raggio, che hanno una gittata fino a 300 chilometri, più del doppio rispetto a quelli a corto raggio che Washington aveva inviato lo scorso anno. Si allunga dunque la lista degli obiettivi raggiungibili, a comiciare dal ponte sullo Stretto di Kerch, altamente strategico per i movimenti delle truppe di Putin.

Ma non fnisce qui. Perché presto arriveranno anche dozzine di F-16 di fabbricazione americana che permetterà all’Ucraina sia di proteggersi meglio dalle sortite dei droni iraniani in mano ai russi, che di alleggerire la manovra delle truppe in prima linea, spesso bersaglio degli attacchi aerei russi. Inoltre gli F-16 sono equipaggiati con missili aria-aria in grado di colpire fino a 500 chilometri di distanza, una brutta gatta da pelare per i generali russi.

In mare

La situazione nei mari non dovrebbe differire molto da quella attuale con la flotta russa che – pur in assenza di un avversario vero visto che l’Ucraina di fatto non dispone di una Marina – non riesce a trovare le misure per difendersi dai continui attacchi dei droni. L’utilizzo di veicoli senza pilota, sia via cielo che via mare, ha costretto Putin a ritirare le proprie risorse navali dalla Crimea, tradizionale sede della flotta del Mar Nero. E anche se l’Ucraina attende dagli Stati Uniti le imbarcazioni fluviali corazzate, è chiaro che queste non potranno duellare con le super fregate russe. Che invece sono state spesso beffate e distrutte dalle sortite a sorpresa con i droni, che resteranno dunque il leitmotiv della guerra nei mari.

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