ARTICLE AD BOX
Ancora un diluvio di fuoco in Ucraina: è di almeno 9 morti e decine di feriti il bilancio dei nuovi attacchi russi su Kharkiv, seconda città del Paese a ridosso del confine, teatro della fiera resistenza delle truppe di Kiev e mai caduta in mani russe nonostante fosse uno dei principali obiettivi iniziali del conflitto. Nel corso della notte, i droni kamikaze di fabbricazione iraniana hanno centrato diversi palazzi residenziali, 8 i morti, seguiti da bombe teleguidate nel corso della giornata che hanno continuato a mietere vittime. «Il terrore russo contro Kharkiv non si ferma. Un altro duro colpo per la città e la regione», ha tuonato il presidente Volodymyr Zelensky, tornando a esortare gli alleati sulla fornitura di difese aeree: «È imperativo rafforzare la difesa aerea per l'oblast di Kharkiv. E i partner possono aiutarci in questo».
Il leader ucraino ha poi reiterato l'appello agli Stati Uniti per lo sblocco degli aiuti congelati dal Congresso incontrando una delegazione bipartsan nel corso di una visita nella regione di Chernihiv, dove si celebrava l'anniversario della liberazione dai russi, due anni fa. Su questo fronte è sceso in campo anche il board editoriale del New York Times che ha invitato lo speaker della Camera Mike Johnson ad agire, altrimenti se la Russia «imporrà la sua volontà sull'Ucraina, la credibilità e la leadership americana subiranno un duro colpo».
Kiev intanto rivendica l'esplosione che ha danneggiato un oleodotto in Russia utilizzato per scopi militari: l'intelligence del ministero della Difesa (Gur) precisa che si tratta dell'oleodotto nell'insediamento di Azov, nella regione di Rostov. «Le operazioni di carico delle petroliere sono state sospese a tempo indeterminato», si afferma. Sul campo tuttavia la situazione resta molto difficile, con le truppe di Vladimir Putin che avanzano e gli ucraini sempre più sulla difensiva: il capo delle Forze armate, Oleksandr Syrsky, denuncia «operazioni offensive giorno e notte».
Mosca gode della superiorità aerea e del vantaggio nelle scorte di missili e munizioni, e continua «a cercare di avanzare fino al confine amministrativo della regione di Donetsk». Unica nota positiva è che l'insediamento di Chasiv Yar «rimane sotto controllo, i tentativi dei russi di sfondare sono finora falliti»: in tutta l'area in ogni caso sono in corso «feroci battaglie», in particolare a Pervomaiske e Vodiane, così come a est della stessa Chasiv Yar.
La nuova fiammata dell'offensiva russa è in parte mitigata anche dal nuovo approccio bellico deciso al Cremlino. Le forze russe compiono assalti meccanizzati su bassa scala, con plotoni, compagnie e battaglioni, abbandonando per ora l'utilizzo massiccio della fanteria come nel caso della campagna per la conquista di Avdiivka, settimane fa, quando i veicoli corazzati rimanevano nelle retrovie. Ciò, spiega il think tank americano Institute for the study of war, dipende soprattutto dalla volontà di limitare le perdite umane sul terreno, nonostante i 30mila reclutamenti al mese sbandierati dall'intelligence militare di Mosca, segno che al Cremlino non si vogliono altri bagni di sangue della fanteria e si conta di poter rimpiazzare blindati e carri armati nel corso dei prossimi mesi. Più articolata la situazione sul fronte della difesa aerea: la regione russa di Belgorod è sempre nel mirino, 10 i razzi ucraini Vampire abbattuti nelle ultime ore, mentre si intensificano i temibili attacchi dei droni di Kiev, che mettono a dura prova i russi. Il ministero della Difesa ha annunciato la distruzione, in un sol giorno, di ben 205 droni. E proprio su queste nuove armi punta Zelensky: «In cielo e in mare, i nostri droni hanno dimostrato che la forza ucraina può sconfiggere il male russo. Ringrazio tutti coloro che producono e forniscono droni alle nostre forze armate», ha detto il presidente ucraino, assicurando che quest'anno verranno prodotti più droni.
Per approfondire
“Donò 150 dollari alla fondazione di Navalny”. Condannato a 7 anni di reclusione