ARTICLE AD BOX
Stringere la cinghia. Risparmiare, risparmiare, risparmiare. Un miliardo e mezzo di euro in tre anni. È il tesoretto che dovranno mettere da parte i ministeri senza portafoglio che fanno capo a Palazzo Chigi entro il 2027. Tagli ovunque, o quasi, perché così chiede l’Europa con le nuove regole di bilancio e bisogna adeguarsi, si legge nel nuovo bilancio della presidenza del Consiglio per il 2025.
Auto blu, taxi, perfino feste e celebrazioni «a carattere nazionale» che vedranno calare a picco i fondi, del 94,78 per cento nell’anno che si è appena aperto, da quasi mezzo milione di euro a un gruzzoletto di soli 29mila euro. È la dieta di Palazzo Chigi, firmata e approvata dalla premier Giorgia Meloni e i suoi dirigenti. Risparmiare dove si può, ecco il mantra che percorre il bilancio nuovo di zecca approntato dai funzionari di Piazza Colonna. Anche a costo di abbandonare al suo destino un piccolo grande sogno di Silvio Berlusconi e di Romano Prodi prima di lui. Parliamo delle maxi strutture preparate in Sardegna per il G8 della Maddalena, la riunione degli otto grandi Paesi del mondo occidentale - sì, all’epoca veniva invitato anche Vladimir Putin, prima della Georgia, dell’Ucraina, delle manie imperialiste - evento che poi fu traslocato last minute in tutt’altro scenario. All’Aquila, nell’Abruzzo ferito dal terremoto dove il Cavaliere portò in processione i leader del mondo, commossi. Correva l’anno 2009. Ne sono passati quindici e ogni anno gli imponenti hangar e le strutture per il vertice sardo mai andato in scena sono stati un salasso per le casse dello Stato. Quasi quattro milioni di euro l’anno scorso. Meloni ha detto stop: che paghi la regione Sardegna di Alessandra Todde. Ammesso che resti in sella la governatrice pentastellata. Ma veniamo al bilancio. E alle forbici di Palazzo Chigi che tagliano trasversalmente le voci di spesa. Giù del cinque per cento le autovetture di servizio, per quest’anno e per i prossimi. Centomila euro per noleggio di auto blu, altri centotrentacinquemila per la manutenzione straordinaria, il carburante. Costa eccome, mantenere la presidenza del Consiglio e le sue strutture - centotrenta milioni di euro per l’anno in corso - ma meno degli anni scorsi. Tempi duri per la grandeur.
CHI SCENDE E CHI SALE
Ovviamente c’è qualche eccezzione. Morde anche qui, nelle stanze del governo, il caro-affitti che toglie il sonno a milioni di italiani. In un anno la locazione delle strutture di Palazzo Chigi ha fatto un salto in avanti: da 8 milioni e 600mila euro nel 2024 a ben 12 milioni e 569mila euro previsti per il 2025. E in generale aumentano le «spese obbligatorie e per il funzionamento della Presidenza del Consiglio dei ministri», su del 4,68 per cento in un anno. Chissà se c’entra il gran via vai di leader e dignitari stranieri nel cortile del palazzo dove ha il suo ufficio la premier, tra i lancieri di Montebello. Anche se in verità i costi per il cerimoniale sono tra i più contenuti. E sempre in senso opposto alla dieta ferrea imposta dall’Ue alla presidenza rema il proliferare di task force e strutture di missione. Costano oggi più di 27 milioni di euro, un balzo di quasi 14 milioni rispetto all’anno scorso. Piano Mattei, Zes, Pnrr, si allunga la lista di questi “mini-ministeri” ben forniti di consulenti, funzionari, stagisti di ogni provenienza. E tornando alla dieta, giù i fondi per il sostegno all’editoria, «con una diminuzione di euro 4.245.956», si legge nel documento appena pubblicato, un taglio del 5 per cento. E un piccolo colpo di scena è la diminuzione dei fondi per le politiche della famiglia, che in un anno calano di 9 milioni e 227mila euro, meno 6,11 per cento. Anche se il grosso, per questo settore, arriva dalla Manovra. Insomma Meloni taglia, fa stringere la cinghia ai suoi. Questa volta quel jingle così detestato a destra può tornare di aiuto, se qualche dirigente uscirà risentito dai tagli. È l’Europa a chiederlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA