ARTICLE AD BOX
La rete dei capillari sanguigni dei nostri potrebbe predire quanto è alto il rischio di essere colpiti da un ictus. E' quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Heart, che potrebbe rivoluzionare la salute dell'uomo.
Lo studio si concentra sulla impronta digitale vascolare nella retina, strato di tessuto fotosensibile nella parte posteriore dell'occhio. Combinata con altri fattori, come età e sesso, questa impronta oculare avrebbe un alto potere predittivo, simile a quello fornito dai noti fattori di rischio, senza la necessità di eseguire ulteriori test di laboratorio invasivi. Inoltre questo approccio, sarebbe pratico e facile da implementare come strumento di assistenza sanitaria primaria e/o in contesti di scarse risorse. Inoltre è ricco di informazioni: l'impronta digitale comprende infatti 29 indicatori di salute vascolare che potrebbe essere applicate anche per "vedere" il rischio di ictus. Patologia che colpisce circa 100 milioni di persone nel mondo, causando 6,7 milioni di decessi ogni anno, dovuto nella maggior parte dei casi a fattori di rischio modificabili, come ipertensione, colesterolo alto, cattiva alimentazione e fumo.
E' noto che l'intricata rete vascolare della retina condivide caratteristiche anatomiche e fisiologiche comuni con la vascolarizzazione del cervello, rendendola quindi un candidato ideale per valutare i danni causati da malattie sistemiche, come il diabete, spiegano i ricercatori. Il potenziale della retina per la previsione del rischio di ictus resta in parte inesplorato, a causa di risultati di studi non sempre coerenti e dell'uso inadeguato della tecnica di imaging specializzata per la parte posteriore dell'occhio, la fotografia del fondo oculare.
Tuttavia l'apprendimento automatico, legato all'Intelligenza Artificiale e a strumenti come il Retina-based Microvascular Health Assessment System (RMHAS), offre nuove opportunità per l'identificazione di marcatori biologici in grado di prevedere con precisione il rischio di ictus senza ulteriori approfondimenti diagnostici invasici. Nello studio sono stati misurati 30 indicatori in 5 categorie di architettura vascolare retinica, ovvero calibro (lunghezza, diametro, rapporto), densità, torsione, angolo di ramificazione e complessità delle vene e delle arterie, rilevati dalle immagini del fondo oculare di 68.753 partecipanti selezionati dalla UK Biobank.
L'analisi ha tenuto conto di fattori di rischio potenzialmente influenti: fattori demografici e socioeconomici di base, stile di vita, parametri di salute, tra cui pressione sanguigna, colesterolo, HbA1c (indicatore di glicemia) e peso (BMI). Lo studio alla fine ha incluso 45.161 partecipanti, con età media 55, monitorati per un tempo medio di 12,5 anni durante il quale 749 partecipanti hanno sviluppato un ictus, di norma anziani, maschi, fumatori attuali e affetti da diabete, in sovrappeso, con elevata pressione sanguigna, bassi livelli di colesterolo "buono": tutti fattori di rischio noti per l'ictus. In totale, sono stati inclusi 118 indicatori vascolari retinici misurabili, di cui 29 sono stati associati per la prima volta al rischio di ictus, dopo l'aggiustamento per i fattori di rischio tradizionali. Oltre la meta' (17) erano indicatori di densità, 8 rientravano nella categoria di complessità, 3 erano indicatori di calibro e 1 rientrava nella categoria di torsione. Inoltre, ogni cambiamento negli indicatori di densità era associato a un aumento del rischio di ictus del 10-19% e quelli di calibro del 10-14%, mentre ogni diminuzione negli indicatori di complessità e torsione sono stati correlati a un incremento del rischio del 10,5-19,5%.
Questa "impronta vascolare" retinica, anche se combinata solo con età e sesso, si è dimostrata efficace tanto quanto l'uso dei soli fattori di rischio tradizionali per la previsione del rischio di ictus. Trattandosi di uno studio osservazionale non è possibile trarre conclusioni definitive di causa-effetto, tenendo conto che gli stessi risultati potrebbero non essere applicabili alle diverse etnie (la maggior parte dei partecipanti alla UK Biobank era bianca), né è stato possibile valutare il rischio associato a diversi tipi di ictus. "Poiché età e sesso sono dati facilmente disponibili e che i parametri della retina possono essere ottenuti tramite la fotografia del fondo oculare di routine, si tratta di un modello di facile approccio, pratico, implementabile per la valutazione del rischio di ictus incidente, in particolare per l'assistenza sanitaria primaria e gli ambienti a basse risorse", concludono i ricercatori.