Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Il giudice della condanna a Delmastro? Così ha liberato 18 immigrati irregolari: esplode il caso

7 ore fa 1
ARTICLE AD BOX

Francesco Rugarli, il presidente del collegio che ha condannato a otto mesi il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, è un volto noto negli ambienti del progressismo togato. Natali milanesi, è stato pm d’assalto a Napoli negli anni Novanta. Ha indagato su politica e pubblica amministrazione e ha ricoperto il ruolo di componente del direttivo rosso di Magistratura democratica insieme ad Aldo Policastro (attuale procuratore generale nel capoluogo campano) e ad altri big della corrente di sinistra dei giudici, come Lucio Aschettino, Domenica Miele e Alfredo Guardiano.

Di quest’ultimo, nel marzo 2001, firmò l’appello contro le Forze dell’ordine coinvolte negli scontri ferocissimi del Global Forum. Un documento che, senza considerare gli assalti di black bloc e No Global che avevano messo a ferro e fuoco la città, bollava come «repressione poliziesca» il diritto alla difesa delle divise, prese di mira con sampietrini e mazze di ferro dai manifestanti. Con Rugarli sottoscrisse il manifesto, tra gli altri, pure l’allora pm Vincenzo Piscitelli, oggi procuratore aggiunto, chiamato a indagare sul caso dello spyware Graphite inoculato nel cellulare del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, che proprio a Napoli ha depositato una querela. Dopo la parentesi partenopea, Rugarli passa a Santa Maria Capua Vetere dove (sfruttando il vaso comunicante delle carriere uniche) da pubblico ministero diventa prima gip e poi giudice penale.

Successivamente, approda nella Capitale dove si occupa di diversi casi di criminalità comune e predatoria. Nel marzo 2010 conquista le pagine dei giornali perla decisione di liberare 15 dei 18 immigrati clandestini che avevano quasi distrutto, nel corso di una rivolta, il centro di prima accoglienza di Ponte Galeria. Fermi non convalidati, spiegò Rugarli, perché gli extracomunitari erano stati arrestati non in flagranza, ma a distanza di otto ore dai fatti.
Poi è arrivato il caso Delmastro.

Leggi tutto l articolo